Napoleone è il personaggio
che più lo colmò, ma di cui non seppe fare il ritratto, mentre con altre “vite”
fu rapido e intonato. La poca “vita” vera di Stendhal, fu del resto, in Italia
e in Germania, al seguito di Napoleone cui i suoi parenti Daru, che gli procuravano i piccoli impieghi, erano
legatissimi. Senza familiarità con l’imperatore, anzi guardandolo da lontano,
ma con spirito di ammirazione immutato, Stendhal scrisse diversi brogliacci. La
“Vita di Napoleone”, quale qui è riedita da Beppe Benvenuto, e le tante altre
memorie redatte in vari periodi su Napoleone prendono nell’edizione Stock di quindici
anni fa circa 800 pagine di formato grande, 16 per 24.
Si discute se sia dell’ottimo
o del mediocre Stendhal. Ma Stendhal è sempre ottimo. Napoleone resta per lui,
anche nella sconfitta, lo “spirito superiore”, anche alla sconfitta – non riesce
a “farlo” perché gli traborda, da qui la serie di abbozzi.
Stendhal, Vita di Napoleone, Mursia, pp. 286 € 17
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