mercoledì 3 luglio 2013

Apprendistato da Angela Merkel

Anche per la disoccupazione giovanile il modello è tedesco: il tirocinio pratico, o apprendistato, affiancato alla scuola: “Siamo ora nella posizione di poter offrire un posto in un programma duale di formazione”, studio-lavoro, “a ogni giovane che lo vuole”. Alla vigilia della sua conferenza a Berlino sull’occupazione dei giovani, Angela Merkel ha dettato ieri il suo programma ai maggiori giornali europei riuniti: “Noi in Germania abbiamo imparato molto riducendo con successo la disoccupazione per mezzo di riforme strutturali dopo la riunificazione e possiamo ora portare questa esperienza a modello”.
Il sistema tedesco del’occupazione è difficilmente modellizzabile. È avvenuto in Germania dopo un decennio di fortissima disoccupazione, seguita alla riunificazione. I sindacati hanno ceduto su tutti i fronti: paghe orarie ridotte, per orari di lavoro ridotti, e un forte declassamento delle professionalità, dalla laurea in giù. La percentuale dei low wage earners, dei lavoratori a retribuzione più bassa della mediana, è in Germania la più alta fra i grandi paesi europei: il 22,2 per cento, contro il 12,1 in Italia e il 6,1 in Francia. Una percentuale che sale al 38 per cento per i contratti e tempo e per i ventenni. E supera il 50 per cento per i lavoratori con titolo di studio. È sempre alta, ma ridotta al 18 per cento, per il lavoratori di cui dice Angela Merkel, del sistema duale scuola-lavoro, delle scuole professionali e dell’apprendistato. Nel sistema scolastico tradizionale, non da ora, in Germania dopo l’obbligo, ai quattordici anni, la scelta si fa definitiva tra una scuola tecnico-professionale e il corso di studi liceale che aprirà l’università. 
“Non dovremmo solo tentare di rendere i nostri giovani più accademici”, può però dire Angela Merkel. Che tesse l’elogio dell’apprendistato e dell’artigianato: “La Germania sta beneficiando degli effetti positivi del lavoro specializzato e dell’artigianato, che godono di eccellente reputazione”. Non è vero, l’opinione tedesca non è qui con la cancelliera, ma è vero il fatto, il lavoro manuale si amplia invece di ridursi.
Con l’apprendistato, la Germania fa l’agenda, Angela Merkel la detta e la muove. Spiegandola in anticipo, per affermare la sua premiership, in interviste di cui controlla le virgole – nonché le traduzioni in ogni altra lingua. Può farlo. Più che la ricetta, s’impone il metodo e la capacità di governo. In Italia l’apprendistato, abolito quarant’anni fa con lo Statuto dei lavoratori, è rimasto osteggiato, la formazione professionale nei lavori manuali, come un abuso sui minori.

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