giovedì 18 luglio 2013

Il mondo com'è (142)

astolfo

Adulterio - Un tempo era femminile. Ed era scontato che la donna doveva sposarsi, solo dopo avrebbe trovato e gustato le occasioni per divertirsi – “gli uomini trascurano le donne che non danno la sicurezza dello stato coniugale”, sancisce Anatole France, intenditore e teorico, ne “La rivolta degli angeli”. Col divorzio è diventato maschile: è l’uomo che è ambito e più se lo gode, a condizione che sia sposato. Ma per una meccanica opposta a quella di Anatole France: l’uomo è ambito per farsi comunque sposare. Quindi meglio se coniugato, per la coazione dello scandalo.

Guerra - È generazionale, anch’essa? Va a cicli. Quella di Troia fu – si reputa – decennale. Ma più s’impone il ciclo trentennale. Dalla guerra del Peloponneso a quella dei Trent’anni propriamente detta. Anche quella della Germania all’Europa fu trentennale, dal 1914 al 1944. E quella anticomunista (sovietica) degli Usa, dal 1945 fino alla sconfitta in Vietnam nel 1975.
Con la Siria si chiude il ciclo trentennale della guerra “umanitaria?

Internet – È commercio. È il mercato, la piazza, il vecchio mercato in piazza. È il trionfo infine del porta-a-porta. Aggressivo, condizionante, vincente. Si dice che l’e-commerce non decolla, ma se è qualcosa Internet è per ora solo commercio, anche se spesso solo di parole.
È il commercio rovesciato: non sono più i clienti che si recano al negozio, ma i venditori che fanno negozio in casa del cliente, fanno per questo anche la fila, e impongono le loro condizioni. Anche minacciando, occupando gli spazi con gli spam, prospettando virus letali, e qualcuno anche inoculandolo.
Sono venditori anzitutto dello stesso business elettronico, per consentirgli di funzionare: venditori di sicurezza, di stampa, di sistemi di scrittura e archiviazione, calcolo, grafica, masterizzazione, è un assedio, le app sono già un numero infinito. Internet è una rete sopratutto a questo scopo: una gigantesca mailing-list con accesso garantito. Gli altri usi di Internet non sono rete: chat e blog sono passatempi, coperture del business.

Islam – È sempre forte della tradizione. Grazie alla quale mantiene identità forti, anche quando all’origine è il deserto o la tribù. Il radicamento culturale è comunque forte, più dell’eversione che la modernità introduce, con lo sviluppo e la necessità di igiene, sanità, lavoro, ricchezza.
Il khomeinismo ha arrestato la modernizzazione del mondo islamico, ripiegandolo su se stesso, livoroso e revanscista. In questo senso l’Iran khomeinista è stato più volte partner di fatto del nemico Israele, e ne ha anzi favorito l’ìntransigenza. Al coperto della religione i fattori tradizionali politicamente arretrati, antidemocratici, hanno preso il sopravvento in Pakistan, Afghanistan, Sudan, e anche in molti paesi già avanti con la modernizzazione, lo stesso Iran, l’Algeria, l’Iraq, i palestinesi, e in parte l’Egitto e la stessa laicissima Siria.
Un fenomeno a lungo marginale in Iran: l’ayatollah Khomeini era un religioso come tanti, che si era confinato a Kerbala in Iraq in odio allo scià, ma senza seguito politico nel paese. Finché non fu accolto in Francia, a Neuaphle-le-Château, dove, ben protetto dai servizi francesi, ebbe giornalmente i suoi messaggi amplificati con tutti i mezzi di comunicazione più avanzati, audiocassette, videocassette, un balcone, un pubblico di fedeli, e interpreti di eccezione, Michel Foucault ne fu uno, che ne amplificarono il senso. Fino a che gli stessi Usa, partner privilegiato dello scià, furono presi nell’image building del religioso, e il presidente Carter mandò a Teheran il generale Heuser per convincere lo scià a dare il potere a Khomeini. Khomeini era uno degli strumenti di mobilitazione dell’islam in Centro Asia contro l’Urss, e contribuì a isolare del tutto i sovietici in Afghanistan. Ma poi si rivolterà contro gli Usa.
Osama bin Laden ne ha ripetuto la storia a distanza di dieci anni. Volontario in Afghanistan contro i sovietici, nel 1989 chiedeva il boicottaggio degli Stati Uniti per il sostegno costante a Isrele. Nell’agosto del 1996 dichiarò guerra alle basi americane in Arabia Saudita. Nel febbraio del 1998 chiamò la jihad contro “gli americani e i loro alleati” in qualsiasi posto nel mondo.

L’islam mediterraneo ha vissuto il tardo Ottocento, e il Novecento fino a Khomeini, oltre un secolo, nell’accettazione piena e anzi nella ricerca dell’Occidente. È il modello dettato da Istanbul, dai sultani turchi e poi da Ataturk, e fatto proprio da qaggiari iraniani, poi dai pahlevì, e dai khedivé d’Egitto, fino alla repubblica dei Liberi Ufficiali, Nasser incluso. Che ambiva a copiare e ricostituire i modelli occidentali in ogni aspetto della vita associata, nella legislazione, nei comportamenti, nell’istruzione.

Povertà - La soglia di povertà ha introdotto Peter Townsend, economista e sociologo britannico, e si fissa al cinquanta o sessanta per cento del reddito medio nazionale. Ciò significa, partecipando i poveri al calcolo del reddito medio, che ce ne saranno sempre in grande numero. Anche in Svizzera, o in Svezia, qual è il paese più ricco. Anche se gli svizzeri poveri hanno il reddito medio italiano. E qualcosa come cinquanta o cento volte il reddito medio indiano, se esiste una cosa del genere - le statistiche hanno bisogno di quantità.
Il tenore di vita è semplice anch’esso, ma altrettanto complesso. Implica un reddito e dei beni (Petty, Lagrange, Lavoisier), la soddisfazione personale (Bentham), un’aspirazione sociale (Adam Smith), un livello minimo nazionale di reddito reale (Pigou), le strade, per esempio, l’acqua corrente, le scuole pubbliche, l’ospedale. La ricchezza è insaziabile. Se non che viene fuori l’indiano Amartya Sen, imparentato coi Rothschild e con Altiero Spinelli, con le ponderazioni variabili e gli ordini parziali, e l’equilibrio si ricompone. È come la commedia all’italiana, le corna non ci sono state.

Regine – Le più famose, modernamente, longeve e giudiziose, anche forti politicamente e di sicuro intuito, sono quelle a cui piace farlo. Fanno infatti molti figli: Maria Teresa d’Austria, la regina Vittoria, la stessa Elisabetta II, malgrado il marito pescesecco.

Romania – Si può dire il paese e la lingua del rifiuto. Da parte degli ebrei, che parlano e scrivono di preferenza in tedesco. Dei tedeschi, che dopo otto secoli si scoprono tedeschi. Dei rom, che ne affossano ogni ipotesi di convivenza. Degli anticomunisti di Ceausescu. Dei comunisti del dopo Ceausescu. E dei tanti rumeni, Ionesco, Eliade, Cioran, che vogliono una lingua veicolare cosmopolita. È un luogo, invece che un paese? È un paese che si ricompone scorporandosi?

astolfo@antiit.eu

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