Bocche spalancate a sinistra per l’uscita di Laura Boldrini contro la Fiat. Cos’ha ottenuto la presidente della Camera: più macchine, più lavoro, più occupazione? Ha solo fatto un favore alla Volkswagen, e forse neppure lo sa. Ha anche fatto un favore alle fabbriche fuori dell’Italia, in Polonia e in Brasile, dove la Fiat è libera di spostare la produzione, e questo probabilmente lo sa ma non gliene frega. Un abisso fra Boldrini e la socialdemocrazia tedesca, il laburismo britannico. Del resto, si dice, non a caso è una ex democristiana.
Non è però un fatto isolato – non è l’estremismo opportunista di chi non era di sinistra e si deve meritare il posto. La barbutissima Consulta, nominata da Ciampi e Napolitano, ha dichiarato incostituzionale una legge sulle rappresentanze sindacali, ma ha comunicato la delibera come se fosse il rigetto della Fiat. Luciano Gallino argomenta questa “ripulsa” criticando l’automazione delle fabbriche – sic! Attribuisce a Marchionne la colpa della crisi di produzione in Italia – sic! E plaude alla vera socialista Boldrini, lontana dalla “polverosa strada bassa delle relazioni industriali” seguita “in Francia e in Germania anche da governi sedicenti socialisti o socialdemocratici” – sic! Lo fa da “Repubblica”, il giornale di De Benedetti, uno che il più a sinistra che è riuscito a spingersi, essendo la destra occupata d Berlusconi, è Prodi-ora-Renzi.
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