Una rappresentazione omerica, cioè semplice. Dell’amica interprete a Ginevra pronuba di una vacanza. Della casa nuova nella campagna sullo Ionio, nuovissima, gli intonaci odorosi non ripuliti, i serramenti non provati. Con tanta buona volontà, senza l’acqua. E il panino, la farcitura del panino dal droghiere la mattina.
Una prova di bravura di questo scrittore greco-ginevrino, morto tre anni fa, la sua meglio riuscita: di cose e mondi diversi, che parlano da sole, di linguaggi diversi. Rimasta inedita in italiano, benché l’autore fosse emerito di riconoscimenti, due volte premio Schiller in patria e premio Taormina nel 1970.
Georges Haldas, La maison en Calabre
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