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Dante – L’ “Inferno” Pennacchi (“Il fasciocomunista”) prospetta come un capolavoro di statica: “Ogni cosa è strettamente dimensionata a quello che deve raccontare. Non c’è un parola in più, una sillaba. Pare che tutto si regga per miracolo: lo stretto necessario, neanche un elemento a sezione larga, neanche una trave a T”. La statica s’intende della scienza delle costruzione: “Solo travetti che vanno da una parte all’altra, s inclinano, si incrociano; tutti calcolati a pelo, ma messi insieme fanno una struttura reticolare, indistruttibile. Una struttura biologica. La vita”. Nel “Paradiso” invece “ogni cosa è sovradimensionata”: un palazzo, con molti addobbi.
Islam – La donna vi fu lungo idealizzata – viene dall’islam l’idealizzazione della donna e l’amore cortese. È araba, nella filosofia, la dominazione-denominazione, la metrica, la poesia cortese. La poesia siciliana, la prima italiana, del Sud e del Nord, e quella occitanica, che si diramò fino a Firenze. Del regno di Granata, e della sua proiezione siciliana. È nella poesia e l’ermeneutica araba che i cristiani trovarono nei secoli XII e XIII l’amore cortese e l’ideliazzazione della condizione femminile. (Couliano vi fa un accenno, “Eros e magia”, p.33).
“L’Islam non è solo una religione, è soprattutto il referente storico e sociale di realtà etniche, culturali, politiche, statuali, esistenti da quasi millecinquecento anni ed estese su un territorio che va dal Marocco all’lndonesia, coinvolgendo oggi oltre un miliardo di individui”, come amava ricordare il compianto Giorgio Vercellin nelle sue “Istituzioni del mondo musulmano”.
A Baghdad si è ucciso il poeta, come nel film di Benigni, a Kabul il suonatore di ghol. Talebani andavano a caccia di tamburi, “musica impura”, anche se il ghol, il tamburino profondo, è nella tradizione musicale afgana. Tutto questo non è propaganda ostile, sono fatti. Si sa che sotto il mullah Omar gli aquiloni erano proibiti in tutto l’Afghanistan. Si uccidevono i barbieri che tagliavano la barba “come gli occidentali”. E le maestre: non ci dovevano essere scuole femminili. Anche i maestri sono stati uccisi, nel 2007, a diecine nelle zone dell’Afghanistan “liberate” dai talebani. Dove si situa la crudeltà?
Anche le decapitazioni: sembravano storie inventate dalla Cia per screditare gli arabi, ma “Al Jazira” le ha documentate. Nel video più celebre il boia è un ragazzo di dodici anni, ma potrebbe averne meno, che con un coltello più lungo del suo braccio sgozza il condannato. Anche della lotta secolare fra cristiani e mussulmani non ci sono precedenti, non che si celebrino, di cristiani che abbiano martirizzato gli islamici mentre pregavano nelle moschee, o abbiano rapito, sgozzato e buttato ai porci mullah e ayatollah. Su You Tube un cantante noto in Turchia ha inneggiato per molti mesi all’assassinio di don Santoro nella sua chiesa a Trebisonda.
Italiano – “I primitivi italiani posseggono grazia e allegria perché sono italiani” – Anatole France, “La rivolta degli angeli”, 51.
Scrivere - Tutto sarà stato già pubblicato. Ma non tutto è stato scritto.
La scrittura assume l’aspetto della ridondanza, di nuovo. Per supplire all’insignificanza - perdita di senso? “Corrispondenza epistolare”, “racconto narrato”, “vittoria cercata”, il tedesco vi eccelle. Pretendendosi precisione, ma è insicurezza, come una deresponsabilizzazione.
Di Tabucchi sono “le coste atlantiche del Portogallo”, come se il Portogallo ne avesse altre, e dei rafforzativi (invece degli ossimori?): “asciutto e lapidario”, “insolente e beffardo”, “intenso e struggente”, meglio allitterati, “infame insolenza”.
Sicilia - Si legge, non si commenta, “I vecchi e i giovani” di Pirandello, l’opera devastante sul Risorgimento e l’unità. Si legge come un’opera buffa “La concessione del telefono”, l’apologo di Camilleri che spiega la deriva dei pubblici poteri in Sicilia. Si celebra “Il gattopardo”, facendo un classico di un testo raffazzonato è un po’ stantio (risentito, da declassato). Lo si celebra non per quel tanto di verità “politica” che esso contiene (la verità vi è succedanea), quanto perché i siciliani fa sciocchi e beghini, le siciliane perdute dietro i gelati sciolti e le figliolanze..
Garcia Marquez è stato a Pantelleria. C’era sicuramente, con la moglie e i figli, quando Armstrong scese sulla Luna. Ma solo Plinio Mendoza, il suo più intimo amico, lo ricorda, poiché fu suo ospite nell’isola, stimolato da Riccardo Jannello sulla “Nazione” del 20 luglio, in occasione della traduzione del suo libro di ricordi “Quegli anni con Gabo”. Garcia Marquez ne scrive anche in almeno uno dei “Dodici racconti raminghi”, quello intitolato “L’estate felice della signora Forbes”.Con un taglio hemingwayano, alla “Vecchio e il mare”, e anche, un po’, alla “Via col vento”.
Nell’isola non lo sanno e non interessa – le glorie dell’isola sono Armani, e Alessandra Ferri, le loro ville vengono mostrate da lontano. Neppure ai suoi esegeti, benché entusiasti, interessa. Gabo era ospite a Pantelleria del traduttore italiano, Enrico Cicogna, a Punta tre Pietre – da dove può capitare la notte di vedere le luci della Tunisia. Era il luglio 1969, 45 anni fa. L’unico ricordo di Garcia Marquez a Pantelleria è un articolo di Mario Di Caro su “Repubblica-Palermo” il 31 marzo 2009.
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mercoledì 24 luglio 2013
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