Manzoni l’ha lasciata incompiuta e postuma, dopo aver fatto tante ricerche: ne sentiva il bisogno, per onestà, ma non ne aveva voglia – per conformismo? Avrebbe preceduto la lettura oggi più accreditata dell’Ottantanove, quella di Furet: della rivoluzione come un evento “non inevitabile”, e anche infausto, per aver stroncato il potenziale “riformatore” che s’era andato accumulando con Luigi XVI.
La rivoluzione si fece contro la spesa dello Stato, contro le troppe tasse.
Alessandro Manzoni,
Storia della rivoluzione francese
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