Joaquín
Almunia rifiuta il piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi di Siena
perché vi sospetta “aiuti di Stato”. Gli aiuti non ci sono nel piano. Almunia
dice che ci potrebbero essere in futuro. E boccia il piano ora. Una procedura pretestuosa. E tuttavia inappellabile:
Almunia minaccia di aprire un contenzioso contro l’Italia, e mettere l’Italia,
le banche italiane, nel mirino è il suo obiettivo. Tragico, trucido, ma è quello
che ha fatto e scritto. Almunia che a Bruxelles, inossidabile dopo dieci anni,
è chiamato il tedesco, lui che è stato candidato premier in Spagna. Uno che
parla per conto della Bundesbank e del governo di Berlino, che scalpitano per
rimettere l’Italia nel mirino della speculazione.
In
alternativa alla condanna di Mps e dell’Italia per aiuti di Stato a venire,
forse, per ragioni che ancora non sappiamo, Almunia vorrebbe Mps chiusa, con
tagli di metà dell’attivo, dei dipendenti, della proiezione territoriale.
Vorrebbe un default italiano: non c’è altra spiegazione alla sua inspiegata
bocciatura.
Una
condanna per un futuribile è ridicola, anche con metro giudiziario italico. Ma
Almunia se la può permettere, evidentemente. Giacché il flebile Saccomanni e l’europeista
Moavero non difendono Mps, non si difendono. In fondo l’asimmetria di questa
Europa tedesca è quasi tutta nel gregarismo degli altri, Italia per prima. La servitù
volontaria non è un paradosso.
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