Ora
che è in lettura per tutti si vede che “La Scala” non ha nulla a che vedere con
la “Divina Commedia”: Dante non ha copiato né plagiato, tanta filologia per
nulla. L’avrà magari letto, più probabilmente ne ha sentito parlare, del
viaggio ultraterreno all’inferno con ascesa al paradiso, non una grande novità
– né un’esclusiva. E con ciò?
Libro della Scala di Maometto, Bur,
pp. LXXIX + 365 € 13lunedì 12 agosto 2013
Dante sta bene all’inferno senza filologia
È
l’originale latino, con la traduzione, del testo voluto nel secondo Duecento da
Alfonso X di Castiglia, “il Savio”, di una redazione del racconto tradizionale
mussulmano del miraj, l’ascesa del Profeta a Dio. Col saggio di Maria
Corti, uno degli ultimi della filologa che per tanti aspetti si può dire una
dantista (“la ragazza che s’innamorò di Dante” titolava il necrologio Cesare
Segre: hanno molto Dante le sue due ultime raccolte di saggi), la quale voleva
riportare la “Divina Commedia”, e Ulisse, con le colonne d’Ercole, e a ben
leggere la Scolastica, insomma mezzo Occidente, alla tradizione islamica - lei direbbe alla comunanza di vite mediterranea, che ora si è persa, ma è l’islam che la affascina, il suo Mediterraneo cominciava e finiva a Otranto.
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