È una polemica giornalistica, tra un opinionista
del “Foglio”, Roberto Volpi, e il sindaco di Acquaformosa, in provincia di
Cosenza,…. abitanti, ma certifica la riduzione dell’immigrazione a business.
Per le coscienze migliori, dei generosi e compassionevoli.
Acquaformosa farà il 22 un Festival delle
Migrazioni. Il sindaco Giovanni Manoccio è parte, col suo piccolo comune, dello
Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Che, dice,
vuole sostituirsi alla gestione attuale della prima accoglienza agli immigrati
clandestini: “Chiederemo di adottare un modello di accoglienza, quello appunto
della Spraer, che abolisca i Cie e i Cara e dirotti i tutti i fondi per
l’accoglienza sui piccoli comuni”. Ha per questo invitato al festival la
ministra Kyenge. Per chiederle “di dirottare tutti i fondi dei Pon sicurezza
che vengono spesi per sistemi di videosorveglianza in interventi di
ristrutturazione dei centri storici abbandonati in modo da trasformarli in
luoghi di vera accoglienza”.
Cie, Cara, Pon, Spraer, Manoccio è burocratico
malgrado se stesso. Ma non si nasconde: lo Spraer vuole gestire i fondi per
l’accoglienza, italiani e europei. Per ristrutturazioni, refezioni, forniture
varie, e soprattutto le assunzioni, sia pure di personale “volontario”. Il piccolo
di un piccolo, micragnoso, business, ma pur semrpe business. Peggio se povero,
e sulla spalle dei poveri. I quali, benché immigrati, senza documenti, senza
personalità, non ne vogliono sapere dei piccoli centri, dei centri storici dei
piccoli centri. E questo è il meno della questione.
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