Qual
è il problema? Berlusconi è un criminale. Reo di frode fiscale. Con una
condanna a quattro anni sancita dalla Suprema Corte. Non può fare politica.
Deve essere espulso dal Senato. E andare in carcere, poiché per il giorno dopo Napoli
ha pronto un mandato d’arresto.
Semplice?
No, il problema è un altro: tutti corrono in soccorso del delinquente. Anche i
suoi nemici - sembra di no ma è così. Per salvare il governo? No, morto un
governo se ne fa un altro. Per una ragione non detta, che è un riflesso
condizionato: nessuno ne può più di questa giustizia. Di pulcinella e putipù, piedigrotta
compresa. In basso e in alto luogo: un napolitano esclude il carcere, un altro lo
prepara. E che quando proprio lavora, quella decina di
giorni l’anno, non va oltre il diritto dei paglietti.
Con
un sottofondo anch’esso distinto: che questa “napolitana” è la giustizia
migliore. Sfrontata e quindi allegra, dal giudice che non c’azzecca a quello
che fa senatori i suoi fratelli. Mentre gli inflessibili, finiani, Esposito se la fanno con Nicole Minetti - il figlio-nipote se non il padre o lo zio: bella salsa. Dietro c’è quella ambrosiana, torva. Che si
litiga i mq. dei bagni, e le piante in ufficio.Su questo sfondo, si fa strada il ricorso alla Corte europea di Strasburgo invece che alla Corte costituzionale. Anch’essa pronta al giudizio sommario come la Cassazione, inquinata com’è da tre presidenze della Repubblica, ora quattro, vili o partigiane. Un bel quadretto. Strasburgo rigetterà il ricorso, ma si godrà la farsa.
Triste, solitario y final
Condannato, cacciato dal Parlamento, prossimo
al carcere, descritto triste e solitario
nei suoi villoni, assillante coi figli dei quali soli si fida, è tuttavia anche
sempre “final”, decisivo: decide lui l’agenda politica, di cui mantiene
l’iniziativa. Cosa il governo deve fare, sull’Imu, il cuneo fiscale,
l’avviamento al lavoro, e se deve cadere o meno. E fonda un nuovo partito, che
è lo stesso di prima ma la fondazione gli dà le tribune mediatiche gratis. Qui
è la dimostrazione che Berlusconi, più che della destra, afona, è il prodotto
di una sinistra inesistente - arrogante ma di pregiudizi: di niente. Uno che se la fa con Lavitola e Di Gregorio che avversario sarebbe altrimenti? Che bisogno ci sarebbe, altrimenti, dei processi e le condanne?
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