“Dall’inizio
di quest’anno è divenuta parola d’ordine comune a gran parte della
stampa tedesca che il Reno deve essere
difeso sul Po”: così Engels cominciava “Po e Reno”, a febbraio del 1859.
Molto tempo fa, che però non sembra passato. Il nocciolo duro, o galassia tedesca, è espansiva.
Il
resto della trattazione riguarda i moti per l’unità. Che in Italia ci furono,
ci fu anzi una vera guerra. Che Engels però vede come guerra di
potenze, senza Risorgimento, della Francia di Napoleone II contro l’impero austriaco, con la Russia
attivamente interessata, mentre l’Inghilterra, al solito, si bilanciava, tra il
sostegno al Piemonte e il sospetto verso Luigi Napoleone-Napoleone III, il
“vendicatore di Waterloo”. Con una propensione netta filo germanica.
Engels
ipotizza che la Germania, attaccata sul Reno, si allei con l’Austria asburgica
contro la Francia e il Piemonte. Engels era certo che la Francia di Luigi
Napoleone avrebbe attaccato sul Po e anche sul Reno: “Si presentiva in
Germania, con intuito corretto, che benché il pretesto di Luigi Napoleone fosse
il Po, in ogni caso il suo ultimo obiettivo non poteva essere che il Reno”. E
ipotizzava una difesa comune fra gli Stati tedeschi e l’impero asburgico. Anche
Marx fu al fianco dell’Austria nella Seconda guerra d’indipendenza. Engels
argomenta estensivamente che non è necessario “mantenere” i territori italiani,
ma sul presupposto che la Germania e l’impero austriaco fossero tutt’uno.
Il saggio
fu ideato da Engels ai primi di febbraio del 1859, quando era già certa la guerra
tra Francia e Austria, e un mese dopo era già scritto. “Eccezionalmente
intelligente” lo giudica Marx in una lettera il 10 marzo, e consiglia di
pubblicarlo anonimo in Germania per evitare la “congiura del silenzio”. Così
avvenne: fu stampato un mese dopo in Germania in mille copie, ed ebbe eco
diffusa. In prevalenza favorevole, specie tra i militari. Solo a metà maggio,
un mese dopo la pubblicazione, si comunicava che l’autore apparteneva al
partito dei proletari. Passerà ancora un mese, prima che sia fatto il nome di
Engels.
Al
saggio, e alla sua ricezione, sottostava una sorta d’identità comune, più che
una comunanza d’interessi, tra Germania e Austria. Tutte le recensioni misero
in rilievo la giustezza delle considerazioni militari, sul presupposto che
l’autore fosse un esperto di cose militari. Con una riserva, da parte dei
grandi giornali conservatori, sulla convenienza, che Engels argomentava, di abbandonare
i territori italiani.
Un
aspetto troppo trascurato del non-Risorgimento tedesco, che l’unità della
Germania realizzarà contro l’Austria-Ungheria, prima che contro la Francia.
Friedrich Engels, Po e Reno
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