Calvino ha oscurato con le sue raccolte di fiabe
ogni altro specialista. Perri ne era stato cultore appassionato (traduttore,
ordinatore, editore) nei vent’anni di ostracismo che Mussolini gli inflisse per
il romanzo “I conquistatori”, 1924, parodia-denuncia del fascismo. Con una sensibilità diversa, più attenta al racconto
che alla moralità, o all’acribia filologica. Nulla di eccezionale, era anche specializzato nel ri-racconto per i più giovani di trame complesse, dal “Mulino sulla Floss” a “Quo Vadis?”. Anche qui titoli noti si succedono, “La leggenda
del melograno”, “Nino Martino”, “Il carro di re Guidone”, “Donna Candia”, raccontati però nella gusta misura.
Francesco Perri, Racconti di Aspromonte,
Qualecultura, pp. 183 € 10,33
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