sabato 31 agosto 2013

La monarchia presidenziale ancien régime

Napolitano s’è nominato quattro compagni di partito. In buona coscienza, non ha trovato nulla di meglio.
Ma la presidenza della Repubblica si vuole, si vorrebbe, aperta su tutto il Paese, anche se il proprio partito, naturalmente, è il migliore.
È una scelta, quella di Napolitano. Qualcuno tenta di dirla forzata, per evitare di dover nominare senatore a vita Berlusconi quando Woodstock vorrà mandarlo in carcere. Ma non è un buon motivo – un condannato senatore a vita “non esiste”. No, Napolitano crede a se stesso. Come i suoi predecessori, svincolato da ogni limite, anche di buon senso: Napolitano in particolare, che fa appello ogni due giorni al buon senso, mostra di non avere lui stesso equilibrio.
È la terza presidenza della Seconda Repubblica, la quarta in realtà, che surroga al Quirinale, irresponsabile politicamente per ben sette anni, una forza disgiunta da ogni forma di equilibrio. Soprattutto nelle nomine di competenza, dal capo del governo ai giudici costituzionali, al Csm, ai senatori, le Autorità di garanzia, etc. Mentre si discute se riformare la costituzione, la presidenza della Repubblica si è surrogata una quantità enorme di poteri. Tutti poi esercitati, da vent’anni, in senso politico stretto, per il proprio partito.
Nelle democrazie si vuole invalso l’uso americano dello spoil system: il presidente che vince nomina chi vuole nei posti di sua competenza. Ma non senza equilibrio: il presidente americano sta in carica per quattro anni, di cui uno di sostanziale inattività, dovendo coltivare la rielezione propria o del nuovo candidato del suo partito. E opera in un sistema bipartitico consolidato, che lo confronta con poteri reali al Congresso, anche sulle nomine. Mentre la presidenza italiana è costituzionalmente di garanzia e non di governo.
La monarchia in Spagna o in Inghilterra, anch’essa di garanzia dell’unità di popolo, è e resta molto più neutrale – “garantista”. Non da ora, da quando è finito l’ancien régime. La stessa presidenza francese, che pure è a regime maggioritario semplice, deve mostrare una certa imparzialità e l’ha mostrata, a partire da De Gaulle.

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