lunedì 19 agosto 2013

Letture - 146

letterautore

Croce – Ha in uno dei saggi “la mula del Berni”, che sollevava i sassi per inciamparvi dentro.  Marcello Vannucci, analizzando l’avversione dello stesso Croce per Vittorio Imbriani, benché a suo modo anche questi un burlesco, ha un “Don Benedetto pare uno «che fabbrichi prima le palle e poi se le tiri addosso»”, come potrebbe dire uno dei personaggi delle “novellaje” popolari dello stesso Imbriani. 

Dante – È miniera inesauribile per i filologi. Più di qualsiasi codice antico. Assorbente – in larga misura se non del tutto – per la filologia italiana. Elisabetta Tonello e Paolo Trovato annunciano un’altra edizione critica delle “Divina Commedia”, sui manoscritti. Sarà la quarta, o quinta, “in commercio”, accanto alla Petrocchi, di cui Inglese ha in corso la revisione, la Lanza-Trivulziano, e la Sanguineti. 

Grecia – Pullula di deesse, eroine, reali e mitiche, rivoltose, poetesse, filosofe, e personaggi femminili (tragici, lirici, avventurosi, teneri, diabolici) molto rilevati. Ciononostante sappiamo di essa che era patriarcale. Per l’annessione che della Grecia ha fatto la filologia tedesca, e poi la filosofia, come cosa propria, nel segno dell’“arianesimo”.
Sappiamo solo di una o due poetesse e di una filosofa. Ma senza scandalo, come se la pratica fosse corrente. È lecito presumere che, poiché la Grecia è quella che ci hanno tramandato i frati copisti, altre ne abbiano trascurato, di alcune lasciando solo il nome.  

Inglese -  L’antico inglese si vuole sassone. Per dire tedesco. Ma era celta, e poi romano – e poi francese. Le persistenze latine, limitate generalmente alle parole in -.imo e –one, sono invece prevalenti, nel lessico giuridico e politico, e in quello letterario. Bat- per esempio, fino a butterfly e batman.

Italiano – Diego Marani tornato in Italia questa estate non trova una lettura soddisfacente tra i vecchi buoni libri della biblioteca paterna. Non trova neanche buoni libri, soddisfacenti, stranieri in traduzione. Si rilassa solo col kindle, potendo scaricarvi in originale un libro che da tempo ha in agenda, sulle”brulle strade di Londra”. Qui si risente “stranamente meglio”. E scopre che è l’Italia che gli fa rifiutare la lingua, questo paese di “lanciatori di banane”, “squadristi omofobi”, “stupratori misogini”, e di “torva terminologia processuale” e “uomini scellerati che parlano per ingannare”. Ma strade “brulle” a Londra, dove tutto vive, anche se in forma di verme? Senza escludere le mazzate ai neri, anche agli asiatici.
L’odio-di-sé sta diventando una condanna nazionale, dopo che meridionale? Si potrebbe dire la rivincita dello schiavo – che però non ne trae alcun beneficio: come diffondere la peste.

Una koiné si è formata, un italiano medio. Senza più stereotipi e frasi fatte senza senso. Preciso anzi, e della giusta misura (ritmo). Ma come sanitarizzato, sterile.
È l’italiano delle scuole di scrittura e di giornalismo? Che saranno nella fase “ortopedica”, come un  gesso costrittivo, o in quella successiva, della fisioterapia.

Leggerezza – Quella di Savinio, teorico dell’antiprofondismo, è ricercata, molto. Quella di Calvino, che la celebra, è l’esito di un lento, applicato, lavoro di bulino. La superficialità è sempre pesante, è noiosa.

Proust – È noioso. E precieux, delle parole come di sentimenti, un secentista in ritardo. Cataloghi e manuali compresi, di buone maniere, floricultura, quadrerie e madrigalistica. Ma non  si può dire, sarebbe politicamente scorretto. Ha fatto il romanzo della gaytudine, in anticipo, è vero, è come un rompighiaccio, può solo avere ammirazione. 

letterautore@antiit.eu


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