Si fece scuola di rivoluzione a Capri un secolo fa, una Scuola della tecnica rivoluzionaria per la preparazione scientifica dei propagandisti del socialismo russo. Detta anche della “costruzione di Dio”, secondo una formula di Gor’kij. La fondò Gor’kij con altri futuri rivoluzionari, Bogdanov e Lunačharskij, cognati, e Vladimir Bazarov, figlio del medico di Tolstòj. Sul presupposto che la lotta di classe si poteva popolarizzare solo andando incontro ai sentimenti del popolo, meglio stratificati dalla religione. Nacque a Capri, può scrivere Sangiuliano, “quella tendenza che avrebbe fatto diventare il comunismo, soprattutto con Stalin e con l’italiano Togliatti, una sorta di religione, un’altra Chiesa”.
Gor’kij tentò di coinvolgervi Lenin. Il quale fu contento che altri vi si impegnassero, dei concorrenti in meno, ma se ne tenne lontano. A Capri pescò, remò, giocò a scacchi, fu intrattenuto da Scialiapin e altri cantanti meno famosi, intrattenne la bella amante Inessa, fu a teatro a Napoli e all’opera al San Carlo. E ci ritornò, tornò sull’isola. Anche dopo che la Scuola fu inaugurata, il 5 agosto 1909, per una trentina di operai e studenti, alloggiati confortevolmente, ed ebbe successo. Malgrado le lettere di protesta indirizzate a Gor’kij e agli studenti. Anche dopo che ebbe espulso Bogdanov. Vi trascorse sei mesi nel 1908, e ci ritornò per dodici giorni il 18 giugno 1910. Sconosciuto ai più, anche alla polizia che sorvegliava i fuoriusciti russi. Forse perché garantito da Gor’kij, che lo ospitò nella magnificente Villa Blaesus, la sua residenza. Gor’kij, malgrado le note simpatie rivoluzionarie, era stato ricevuto a Napoli e poi a Capri nel 1906 con grandi celebrazioni, dai socialisti e anche dalle autorità. ed era nell’isola ospite ricco e onorato. O forse, ipotizza Sangiuliano, per contatti coi tedeschi che “abitavano” l’isola letteralmente, i grandi industriali, i politici, i militari – il secondo soggiorno è in effetti troppo breve per le abitudini del tempo, sembra un viaggio d’affari.
Di Lenin a Capri si sa. Ne ha scritto Gor’kij in “Lenin”. Quarant’anni fa Bruno Caruso, “Lenin a Capri,. Intellettuali, marxismo, religione”. Vent’anni fa Vittorio Strada, “L’altra rivoluzione. Gor’kij, Lunačarskij, Bogdanov. La «Scuola di Capri» e la «Costruzione di Dio»”. Sangiuliano ne fa un racconto snello. Sottolineando il coté alto borghese, da ogni punto di vista, della colonia russa a Capri. E una serie di indizi che pongono a Capri la continuazione dei contatti di Lenin con lo Stato maggiore dell’esercito tedesco. Sponsorizzati da “Parvus”, Israel Lazarevic Helphand. Altro personaggio a suo modo straordinario - su questo sito è in sintesi a http://www.antiit.com/2012/03/il-mondo-come-87.html. Contatti che non sfuggivano ai servizi inglesi, a Capri e altrove in Europa, le cui note informative Sangiuliano riproduce, in esteso e in fotoriproduzione.
Nel secondo soggiorno a Capri Lenin aveva al seguito “Soso”, un taciturno georgiano che poi sarà Stalin. Che non apprezzò i russi del’isola, ancorché rivoluzionari. Se ne ricorderà nel 1936, quando decise le purghe su larga scala.
Gor’kij fu a Capri dal 1906 al 1913, scrittore pingue di diritti d’autore – benché Parvus, che doveva amministrarglieli in amicizia, se li fosse in parte intascati (o li avesse girati al Partito). Nel 1924 avrebbe voluto tornarci: sconsigliato dalla prefettura, si stabilì a Sorrento, dove restò fino al 1933. Il ritorno di Gor’kij in Russia, lasciata Sorrento nel 1933, per esservi celebrato da Stalin, e poi probabilmente assassinato, è un altro capitolo che merita di essere raccontato – su questo sito è qui
http://www.antiit.com/2012/04/il-mondo-come-89.html
e qui
http://www.antiit.com/2012/04/il-mondo-come-91.html
Gennaro Sangiuliano, Scacco allo zar. 1908-1910: Lenin a Capri, Mondadori, pp. 154 € 18,50
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