giovedì 8 agosto 2013

Non è la crisi, è la fine

Non è come vent’anni fa, quando Fazio, allora governatore della Banca d’Italia, contò 1,7 milioni di posti di lavoro tagliati in diciotto mesi tra il 1993 e il 1994. È molto peggio, anche se i posti tagliati sono forse meno. E forse proprio per questo: la recessione è forte e pericolosa, ben più che nel 1992-1993, ma la reazione non c’è.
Allora, e per un lungo periodo, nessuno mancò al lavoro. Oggi negli uffici non c’è nessuno: l’assenteismo è tornato al 40 per cento nella Pubblica Amministrazione, statale e locale. E quando c’è qualcuno non lavora e non sa, sta lì per rinviare a altro ufficio, procrastinare, scovare un nuovo comma, far scattare l’orario di chiusura. I mezzi pubblici a Roma non arrivano mai, la metà degli autisti ogni giorno è in malattia.
Allora, all’improvviso e per un lungo periodo, ognuno seppe quello che doveva fare. Oggi alle poste, in banca, nei ministeri e perfino nei negozi, di abbigliamento, di scarpe, di automobili, il più delle volte è come sbattere in un muro, tra incapacità e malavoglia. Comprare una macchina Fiat è praticamente impossibile: del modello offerto a sconto non c’è più disponibilità, del modello nuovo nessuno sa nulla, quando si trova qualcuno per rispondere, le condizioni di vendita sarebbero da mercato saturo - attese, pagamenti, sovrapprezzi (l’ultimo concessionario sentito pretendeva che il prezzo di listino non comprendesse la verniciatura…).

Manca la cognizione della durezza della crisi. Sui giornali delle banche, che ci assediano con le berlusconate, e le antiberlusconate. Mancano i giovani: vogliono un lavoro, alcuni, non tutti, ma non lo cercano né lo preparano, né si adattano. Ottocento euro, mille, per un mestiere che non si conosce? In Spagna, in Grecia, in Irlanda, in Portogallo, dove la crisi morde sull’osso, sarebbero un  terno, è come in Italia vent’anni fa, la volontà supplisce ogni certezza. In Italia no, l’affluenza ha indotto l’inerzia: il lavoro non c’è, c’è troppo sfruttamento, non conviene, si vive meglio senza, la playstation, il telefonino, la pizza e il motorino sono assicurati, con la benzina. 

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