giovedì 22 agosto 2013

Secondi pensieri - 148

zeulig

Destino – Per come è - si configura – è un’inversione insensata di senso. Significa una meta, un porto sicuro, è stato invertito nell’incertezza e anzi nell’arbitrio. Nelle lingue neo latine ma anche in tedesco: Geschick, Schicksal. Anche in inglese. 
È vero però che ci sono delle passioni (errori) obbligate: l’amore è la principale (andarne esenti è una patologia). Non si può dire l’amore una condanna, e dunque il destino d’amore che attende l’uomo è propriamente un destino, una metà certa. Mentre è altrettanto vero che si va a volte per strade segnate che non sono rassicuranti: nel destino ci si smarrisce, mentre eventi improvvisi rassicurano.

Femminismo - C’è da distinguere il diritto dalla separatezza? L’islam è fortemente deficitario sui diritti, le sue donne lo sanno, gli uomini e i regimi ne restringono anzi ulteriormente gli spazi, dai talebani alla civile borghesia turca, in cui la donna può essere sommersa, oltre che dal velo nero, con un taglio millimetrico agli occhi, dai maschi della famiglia, marito, padre, suocero, fratelli, cognati. Ma la separatezza è ancora ricercata e preferita dalle stesse donne, è la forza di questa sudditanza.
Non solo nell’islam: la separatezza è il modo d’essere e l’ambizione dell’altra metà del cielo in tutte le aree, escluse l’Africa nera, l’Europa e l’America del Nord. Comprese le tradizioni matriarcali riconosciute, dei nair delle isole Comore e dell’India meridionale. Lo scià di Persia fallì la modernizzazione quando impose alle donne la promiscuità in società, fino alla stretta di mano. In Giappone maschile e femminile sono due universi paralleli, con due linguaggi diversi. Un’impressione analoga – da verificare, ma visibile – dà il mondo femminile in Cina, nelle tre Cine, comprese Hong-Kong e Singapore.

Fondamentalismo - Riportando la religione alla distruzione, ripropone l’inaccettabilità del messianismo, della rivelazione esclusiva – non del monoteismo in sé, ma di quello che si vuole esclusivo perché “opera” di un profeta. Finisce per escludere dal sentimento religioso, che è riconoscimento e riconoscenza di e a Dio, proprio i monoteismi più rigidi. 

Islam - Antimodernista e antiborghese? C’è una ragione precisa per cui nessun regime politico rappresentativo, con elezioni pubbliche, ha attecchito nei paesi islamici. Neppure in quelli più a lungo o più strettamente legati all’Europa e all’America. Non in Libano, né in Giordania, Egitto, Tunisia, Algeria, lo stesso Marocco, per più aspetti la stessa Turchia. Per non dire della penisola arabica e dell’Arco della Crisi. Il Marocco, con la politica dei passi minimi, che solo il sovrano in definitiva protegge, ne è la conferma: le società islamiche, che il colonialismo aveva forzato nel senso della polverizzazione della società, in qualche modo forzandole alla rappresentanza politica, si sono rapidamente neo tribalizzate dopo l’indipendenza.

Quinet direbbe la democrazia incompatibile con l’islam proprio per il fattore religioso. Quella religione non prevedendo la salvezza individuale, né per i segni della grazia né per le opere, è ad essa estraneo il fondamento della democrazia, l’uguaglianza tra i soggetti.

Politica – È politica ogni passione, ogni moto dell’animo. È una visione compressa della vita, il destino dell’uomo, che irrora l’avvenire, il desiderio, il coraggio, il rifiuto della morte. È la fine del futuro nel suo inizio, il futuro richiede prudenza, ma così è: il moto dell’animo è convulso e frantumato, non una freccia che vada dritta, per quanto lenta, a un obiettivo.

Realismo – È curioso che la questione sia sempre nei “Limiti del realismo”, che il filosofo Michele Marsonet indagò a suo tempo, pubblicandone gli esiti nel 2000. Che però Ferrraris non cita. Né i nemici di Ferraris. È un dibattito tra colonne di giornali? Non sarebbe male, una filosofia diportistica, potrebbe competere con Berlusconi, se non con Balotelli che è tutti noi.
Lo stesso Marsonet ne richiamava i punti nodali un anno fa su “Rosebud” (www.rinabrundu.com) con una sintesi cristallina in inglese, “Realism and its limits”.

Televisione – Si dice il mondo in casa, in realtà è l’immagine, un serie dì immagini,  numerosissime immagini a ogni ora del giorno disponibili a occupare lo spazio domestico, privato, personale. Del riposo, della riflessione, della non socialità. In compagnia non funziona, anche vedere le partite assieme - non è come allo stadio, è una disponibilità che è anche un’intrusione, che tutti risentono per tale, i padroni di casa come gli ospiti.
Una sorta di teatro componibile. Entro i limiti della disponibilità (offerta). Grazie al telecomando, alla videoregistrazione, all’interazione, alla programmazione personale. Alle origini della tv era comune l’aneddoto della nonna o della domestica che guardava anche il monoscopio, il segnale di fine o sospensione delle trasmissioni. Accompagnato in genere da un  sottofondo musicale, ma anch’esso ripetitivo. Immagine muta, non-immagine, e tuttavia “parlante”, la rappresentazione dello strumento immaginifico e una promessa. Nella tv è vero che il mezzo è il messaggio: la disponibilità più che le sue rappresentazioni.

Tolleranza – È un paradosso? Locke, il fondatore, aveva forti preclusioni: dalla tolleranza  escludeva la chiesa cattolica perché intollerante, e gli atei
La propone Simmaco,  “La maschera della tolleranza”, prefetto  imperiale: “Contempliamo le stesse stelle, abbiamo lo stesso cielo in comune, siamo parte di uno stesso universo, che importa con quale ideologia ognuno cerca il vero?” E: “Non si può giungere per una sola via a un mistero così grande”. La esclude Ambrogio, innovatore e santo. Massimo Cacciari fa un tour de force per spiegare che Ambrogio deve disinnescare una trappola che Simmaco gli aveva armato presso l’imperatore, ma poi la verità di Ambrogio è che c’è una sola religione.

Vangelo – La sua forza è che le cose implausibili riescono semplici, perfino ovvie.
A “situarlo”, toglie il respiro: un non violento che vince il mondo, benché figlio di Dio, con i miracoli, la morte innecessaria, l’impoliticità radicale, e il rifiuto della donna, mamma compresa, per una congrega d’uomini plebei, più stupidi che ignoranti, immaturi benché in età.

zeulig@antiit.eu

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