C’è risentimento
contro i “socialmente utili”. Nelle loro stesse famiglie. Perché non fanno
niente, non vogliono. Alcuni non hanno nemmeno un’altra attività propria: non
intendono fare niente.
Quanto è prepotente l’ideologia sulla realtà. Prodi, che
li ha inventati, sicuramente conosceva il dibattito sui rotten boroughs di un secolo e mezzo prima.
“Con la
famigerata legge Pica del 1863 si rese un inferno il Sud, realizzando un
genocidio con un milione di morti, mezzo milione di arresti, cinquantaquattro
paesi rasi al suolo, azzeramento dell’apparato industriale”: Domenico e
Francesca Canino sintetizzano così l’unità d’Italia, in fine a un fogliettone
sulla banda Corea, dei bellissimi giovanissimi Pietro Corea e Rosaria Mancuso,
per “Il giornale di Calabria” domenica, giornale molto democrat. Magari è vero.
La legge
Pica, dal nome del promotore, il deputato abruzzese Giuseppe Pica, sancì a
Ferragosto del 1863 lo stato d’assedio già in vigore da un anno nelle province
meridionali del regno sabaudo.
Legambiente
dice ecomafie le case abusive. Al Sud e al Nord. Tutto è mafia?
L’abusivismo
era teorizzato da un’architettura fondamentalista (“il diritto alla casa”)
ancora trent’anni fa. Con mostre a Castel Sant’Angelo e esposizioni ai festival
dell’Unità.
Legambiente
dice anche che in vent’anni ne sono state costruite 758.471. Così poche?
Il
Napoli Calcio è l’unica squadra di serie A in attivo, accerta l’inchiesta di
Andrea Di Biase, su “Milano Finanza” del 24 agosto. Da almeno sei anni. Pur
giocando sempre per il primo posto, in Italia e in Europa.
Fuori il Sud dall’università
Non si
capisce molto, la materia è stata aggrovigliata forse per non farci capire
molto. Ma una cosa è certa: il governo lavora per limitare il numero dei
meridionali all’università, ora che per le migliori facoltà sono prescritti gli
esami di accesso. Sembra di sognare, ma è così.
Un’altra
cosa certa è che la ministra Carrozza, pisana (sì, ma prima?), ha deciso che i
bonus per la conseguita maturità, da far valere agli stessi esami di ammissioni,
si modulano in base a un voto di maturità diverso per il Nord e per il Sud: si
hanno “bonus maturità” a Milano con 87\100 per il classico e 84\100 per lo
scientifico, a Bari con 97 e 94, a Catanzaro con 97 e 96, a Brindisi, Crotone,
Enna e Vibo Valentia con 100. Sembra di sognare.
La
ministra Carrozza dice. “È complicato avere un metodo obiettivo per equiparare
le valutazioni, perché le commissioni (d’esame) sono diverse” . Come al
confessionale. Dopo averlo fatto, non obiettivamente.
La sindrome Reggio Calabria
Philippe
Daverio, che si trova bene ovunque, ovunque ci sia qualcosa di bello, a Rai Uno
Mattina Estate due giorni dopo Ferragosto sbotta: “Reggio Calabria è una città
terribile. È un miracolo che la gente ci vada. Il museo possiede anche materiali
formidabili, di una bellezza incredibile, ma non c’è nessuno. La città è una
catastrofe. Grottesco pensare che i Bronzi possano essere un richiamo turistico”.
Non si
può non dargli ragione. Sul museo se non sulla città. Anche perché i Bronzi, a
parte gli eulogi di rito, pochi reggini li conoscono, non i cronisti dei
giornali che ogni giorno li citano. Nel grande porto di fronte, a Messina, attraccano
in media 150 navi crociere l’anno, per un totale di 400 mila crocieristi, ma
non c’è un servizio per Reggio, vanno tutti a Taormina.
Daverio
ha ragione eccetto che per il “nessuno”: ci sono invece molti custodi, che però
non hanno il tempo di aprire le sale.
Anche il museo è un casus di sdegno inappropriato. Il rifacimento dell’edifici storico
(di Marcello Piacentini) doveva essere un’opera del cetocinquantenario. Pronta
per il 2011. Progettata, appaltata, e perfino subappaltata direttamente da
Roma, da Palazzo Chigi. Dove si erano dimenticati della specialissima
protezione antisismica da adottare
Reggio ha molte colpe. Ma tra queste anche
quella di essere Italia.
Sudismi\sadismi
Si può girare la Calabria parlando con persone
colte, anche molto (Pasquino Crupi, ora deceduto, Saverio Siciliano, Tonino
Perna,…), incontrare amministratori locali di forte progettualità, a Bivongi,
Amendolara, Trebisacce, Rocca Imperiale, Altomonte, Cerchiara, Varapodio,
dialogare con poeti eccellenti (Calogero, Guarna - citiamo i morti per non urtare
le suscettibilità, i poeti sono permalosi), inoltrarsi per paesaggi sempre vari
a ogni tornante e sempre spettacolari, bagnarsi in acque cristalline, il
Tirreno blu, lo Jonio acquamarina, mangiare anche non male – anche se non
sempre. Ma di questo non c’è traccia nei giornali della Regione, una lettura
ogni giorno assassina.
Lo sfoglio della “Gazzetta del Sud”, del
“Quotidiano di Calabria”, de “L’Ora di Calabria”, gli ultimi due anche
“impegnati”, è un susseguirsi di reati e soprusi. Intervallati da melense
cronache con le Autorità e il Vescovo, impensabili nel 2013 se non si
leggessero. Un mondo senza respiro. Non si sa se vittima o causa del suo male.
Ma invivibile.
Calabria
In quale altro posto l’oste che vi ha servito
un ottima pasto in montagna viene ucciso il giorno dopo, con un colpo di
pistola, da un compare con cui sta litigando?
Non il giorno dopo, per la verità, una
settimana dopo, ma l’impressione è forte lo stesso. Senza motivo apparente: pare
litigassero per il furto di un vitello. Che né l’uno aveva rubato né all’altro
era stato rubato.
Cinquant’anni fa oggi, il 28 agosto, moriva
Umberto Zanotti Bianco. Una vita dedicata alla Calabria, e nessuna
celebrazione.
Zanotti Bianco aveva “scoperto” il Sud nell’incontro
con Fogazzaro nel 1908, lo stesso anno del terremoto, ma prima del terremoto
che lo porterà per sempre in Calabria. Fu lo scrittore vicentino a spiegargli
la “diversità” del Sud.
Arrivano dei barconi fuori programma al porto
di Reggio. Le autorità latitano, ma i reggini, facendo catena, aiutano i migranti. E se ci fosse
stato il terremoto?
Reggio, città a elevatissimo rischio sismico,
non ha un piano di emergenza per il terremoto. Nemmeno sulle carte. Nessuna
simulazione è mai stata effettuata. Nessuno sa dove sfollare in caso di sisma.
La Protezione Civile c’è naturalmente in città,
con la Prefettura. Ma non se ne occupa. Così come non s’è occupata dei barconi.
Vigila sugli stipendi.
Un ristorante raccomandato a Gizzeria Lido
chiede 75 euro di conto, l’uno. Per un menù a voce.
Seduto al caffè a Tropea si paga la coppa di
gelato il doppio che da Principe a Forte dei Marmi. Il giornale dice che il
turismo a Tropea è diminuito del 35 per cento. Per effetto della crisi.
Altri giornali dicono che il turismo in
Calabria si può avvantaggiare della crisi, offrendo il mare a prezzi modici.
Negli “Scritti autobiografici” di De Sanctis,
la condizione degli studenti a Napoli, soggetti a permesso mensile di
soggiorno, “a libido della polizia”, e alla messa domenicale certificata dal
prete, con confessione, si conclude così: “Gli studenti in genere erano detti
calavrisi perché, cosa davvero strana, i provinciali meno riducibili e più
temuti dalla polizia erano, non i
pugliesi o gli abruzzesi, ma quelli di Calabria”.
Anche il mazzinianesimo fu “diverso” in Calabria.
I Figliuoli della Giovine Italia di Benedetto Musolino, negli anni 1830 la più
importante organizzazione neo carbonara nel Sud Italia, non erano considerati
da Mazzini adepti della sua Giovane Italia – giusto assumevano, scrisse alla
madre, “il nome fatto popolare”. Vi si parlava molto di Campanella e Telesio, e
si operava prevalentemente nell’ambito del neo guelfismo (confederazione).
Almeno fino al 1848, quando i Borboni, cancellando la Costituzione,
radicalizzarono lo scontro.
leuzzi@antiit.eu
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