Al primo
Parlamento italiano si pensò di candidare Verdi. Che rifiutò. Cavour allora
prese la questione in mano e gli scrisse. Adducendo questo motivo, in aggiunta
al “decoro del Parlamento” e al “credito al gran partito nazionale”: “Ne
imporrà ai nostri immaginosi colleghi della parte meridionale d’Italia,
suscettibili d’i subire l’influenza del genio artistico più assai di noi abitatori
della fredda valle del Po”.
Le persone
più felici vivono al Nord, assicura l’Onu: Danimarca, Norvegia, Svizzera,
Olanda, Svezia, Canada, Finlandia, Austria, Islanda e Australia. O l’Australia
è al Sud?
A Landiano,
comune di Novara, i dodici bambini “non etnici” della locale scuola sono
ritirati dai genitori, per salvaguardarli dai venticinque altri alunni, rom.
Landiano è comune con 600 abitanti, e ha la scuola. Per 35 bambini
Dieci anni
fa la scuola andava chiusa, e i landianesi pregarono i rom più vicini di
mandare i loro figli a scuola per scongiurare l’evento. Canicattì?
Il Nord criminale
Si fa periodicamente caso del Nord criminale
quando è possibile incriminare qualche ‘ndranghetista. Ogni due o tre anni. Qua
e là. Nello hinterland di Milano. O di Torino. O di Imperia. È giusto, la
giustizia segua il suo corso. Ma sapendo di che si tratta c’è da sorridere:
voti di scambio prevalentemente. In cambio di qualche appalto, non di gran
conto, uno o due milioni, oppure di niente. Non c’è invece un Nord criminale
dove lo è, al centro del potere, politico ed economico, e di sostanza. La
Popolare di Milano, il Monte dei Paschi e la Cassa di Risparmio di Genova. La
Milano-Serravalle. I Riva. I Ligresti. La Saipem e la Finmeccanica. La Lega. La
Regione Lombardia.
L’elenco del crimine al Nord è lungo, e non può essere esaustivo, ognuno lo sa che
viva in Italia. Si fanno i nomi di ciò che emerge, ma si sa che molto del resto
è criminale. Si può arguire che si ruba al Nord perché al Nord ci sono gli
affari. Ma ci sono anche al Sud, pochi ma non così corrotti. Mentre in conto al
Nord vanno pure messe alcune Procure della Repubblica, conniventi: la Procura
di Milano, così selettiva, quella di Siena, quella di Genova. Non esclusa la chiesa,
specie la curia milanese: la questione San Raffaele, fosse don Verzé colpevole
o fosse innocente, è comunque un peccato, grave.
Il Nord virtuoso
Si propagandano elettrodomestici tedeschi che,
sotto forma di “economia” e “protezione dell’ambiente”, impegnano al picco una
potenza di 3 kv, anche di più. Il massimo della potenza installata nel 90
perento delle abitazioni. Che sono quindi obbligate a stare al buio quando la lavatrice
gira. Oppure passare a 6 kv, raddoppiando – più o meno – i costi di esercizio.
Le auto tedesche si vogliono sempre supercar,
piene cioè di gadget. Inutili per lo più. Con spreco di materiali plastici e
ferruginosi. Prodotti solitamente nel nome della protezione dell’ambiente. Un
altro buon motivo per farle pagare di più, contenti.
È in corso nella Ue l’europeizzazione dei
dottorati. Seminari intereuropei e corsi settimanali sono tenuti qui e lì, non
necessariamente in sedi universitarie. Sono occasioni anzi per i docenti, i
dottorandi essendo pochi, di combinare
insegnamento e vacanziella. Ma allora più nel Nord Europa: si programmano corsi
in Danimarca, Norvegia, Islanda, i paesi non dell’euro che per questo sono
carissimi, e dove quindi a proprie spese non si potrebbe viaggiare. Benché inclementi.
Si programmano i dottorati europei in posti
settentrionali di preferenza, più o meno desolati – grigi, umidi, isolati in
campagna – che si pretendono naturalisti e romantici. Il naturalismo ci vuole,
è il trademark del millennio. Anche
per questo, allora, in alloggi di fortuna, del tipo ostello, con letti a castello,
con servizi collettivi, anche il lavandino. Ma carissimi, come un albergo di lusso.
È un abuso, al modo settentrionale, non cinico
e anzi meritorio, dei fondi Ue.
È anche una forma di autarchia: il Nord è
insofferente di doversi “fare le vacanze” al Sud.
Gi
appalti sono inutili
Gli appalti pubblici non sono il volano di
niente. Non dell’imprenditoria, non dello sviluppo, neppure in forma di
infrastrutturazione. È stato il più grosso, e grave, equivoco delle politiche dello
sviluppo dle terzomondismo: l’investimento pubblico come radice fruttifera e motorino
d’avviamento e volano dello sviluppo.
L’investimento pubblico è fine a se stesso, un
passaggio di denaro. Allo stesso modo della finta occupazione, opere “pubbliche”,
lavori socialmente utili, consulenze, le tante società comunali per incarichi
remunerati. Senza effetto se non il passaggio di denaro che comportano. Non
migliorano i servizi, non creano professionalità, non migliorano gli standard, abbassano
quelli in essere e in qualche modo attivi. Sono anche sterili politicamente, e
diseducativi: E sono semrpe sterili politicamente: i beneficati dai quali non
si richiede nulla non si riconosceranno profittatori, diranno concussori i
benefattori -, il sindaco, l’assessore, il consigliere provinciale o regionale,
il parlamentare
Anche le strade, le scuole, la salute, le attività
culturali possono essere fine a se stesse, come gli appalti e le assunzioni. Se
non rientrano in una struttura d’insieme che ne metta a frutto il potenziale e
ne assicuri la ricarica. Molte iniziative sono peraltro fine a se stesse,
dichiaratamente: premi, festival, dispensari, guardie mediche, corsi di
formazione posticci. Perfino l’investimento nell’istruzione può essere fine a
se stesso, se non è gestito – cosa rara, nelle infrastrutture come
nell’insegnamento. Quando non è dichiaratamente un postificio, per dare posti
di bidello o di insegnante, degli stipendi.
L’investimento pubblico non crea le condizioni dello sviluppo. E funziona solo
dove queste condizioni sono consolidate, o tentano di radicarsi. La scuola di
musica di Delianuova, divenuta celebre nazionalmente per le attenzioni del
maestro Muti, è “privata”: di un’associazione, dei contributi delle famiglie,
della passione che sa instillare nei ragazzi. In dieci anni ha formato oltre
un centinaio di ragazzi, raggiungendo
buoni livelli performativi. La sua orchestra di fiati è stata invitata in
Toscana, in Sicilia, in Puglia, a Reggio Calabria per il centocinquantenario dell’unità,
e a Ravenna, al festival del maestro Muti – nelle ultime due esibizioni diretta
dallo stesso muti. L’investimento pubblico, di Comune, Provincia, Regione, Comunità montana,
Parco dell’Aspromonte, si segnala per le promesse non mantenute, tutte.
leuzzi@antiit.eu
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