Ciclisti
in festa a Roma sui Fori Imperiali, da un lato, che chiedono pedonalizzazioni
spinte della città. A pochi metri negozianti infuriati. Della centralissima via
Labicana, ridotta a quattro corsie di scorrimento, “murate”, senza cioè
possibilità di attraversamento, verso la stazione Termini e Porta Maggiore. E
dell’ancora più frequentata, fino a ieri, via Merulana, convertita in autostrada
urbana, intasata.
Il
sindaco non s’è fatto vedere e non ha soluzioni. Ma il suo cuore, fa dire, è
per la pedonalizzazione. Senza curarsi dell’intasamento adiacente.
Lo
scontro ha turbato l’assemblea nazionale del Pd. Che teme di perdere i
bottegai. Molti dei quali hanno votato Pd e probabilmente lo stesso Marino,
l’Esquilino è di sinistra.
L’irritazione
è anche forte tra i residenti dell’Esquilino, che dietro le due vie di
scorrimento è un colle residenziale di pregio, l’unico rimasto nel
centro della città. Lo era: le sue stradine sono ora invase da percorsi di
snellimento, benché tortuosi, di forti correnti di traffico, in direzione san
Giovanni e via Appia. Una rivoluzione, per abitudini di vita consolidate da
cent’anni, e un terremoto per i valori di mercato.
L’irritazione
è forte perché “si sa” che l’occupazione dell’Esquilino è stata fatta per
liberare il Celio, il colle antistante sul quale è sempre transitato il
traffico da e per san Giovanni. E questo perché da zona militare è diventata centro della movida
gay. La prova naturalmente non c’è che il sindaco abbia favorito gli interessi dietro la movida. Ma si sa, questo sì, che la chiusura al
traffico dell’ultimo segmento di strada attorno al Colosseo (a una parte del
traffico, i mezzi pubblici pesanti, i veri nemici del monumento, ci transitano
sempre), si poteva fare senza rivoluzionare i flussi circostanti.
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