Sono testi tratta da “Radicamento”, la
lunga riflessione del 1943 e il dopoguerra auspicabile, tradotta da Franco
Fortini col titolo “La prima radice”. Il titolo è il sottotiolo di
“Radicamento”, per l’esattezza: “Preludio a una dichiarazione degli obblighi
verso l’essere umano”. In realtà una riformulazione della dichiarazione dei
diritti. Più alcune note in materia di denaro e affari, che i curatori traggono
dagli ultimi appunti, raccolti come “Écrits de Londres”.
I diritti di Simone Weil, si ricorderà, hanno
innovazioni sorprendenti, rispetto a quelli del 1789. E ognuno di essi è “un
bisogno vitale dell’anima umana”, l’ordine e il castigo compresi. Sulla base,
stabilisce l’incipit, del primato dell’obbligo: “La nozione di obbligo
primeggia su quella di diritto, che gli è subordinata e relativa”. I diritti
sono anzitutto doveri.
Anche la priorità con cui Simone elenca i
suoi diritti è sorprendente: l’ordine, la libertà, l’obbedienza, la
responsabilità, l’uguaglianza, la gerarchia, l’onore, il castigo, la libertà
d’opinione, la sicurezza, il rischio, la proprietà privata, la verità.
Non c’è la libertà di associazione: “La
libertà d’opinione e la libertà d’associazione sono generalmente menzionate
insieme. È un errore. Salvo il caso di raggruppamenti naturali, l’associazione
non è un bisogno, ma un espediente della vita pratica”. Questo è contestabile,
Aristotele lo avrebbe contestato, ma è un atto di fierezza: esiliata e isolata,
a disagio con le vecchie sinistre, non accettata dai politicanti della
liberazione, fino all’ultimo Simone Weil non ha mancato di coraggio. Resterà un
monumento all’onestà intellettuale, e anche alla filosofia politica.
Simone Weil, Dichiarazione degli obblighi verso l’essere umano, Castelvecchi,
pp. 128 € 11
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