È la prima storia in Italia, e forse al
mondo, di un lupo – se si eccettuano i due racconti del “ciclo artico” di Jack
london, “Zanna banca” e”Il richiamo della
foresta”. La moralità è semplice: il lupo che non vuole diventare cane è un
monito all’uomo, sulla natura irriducibile. E trova qui modo di manifestare la
sua natura “lupigna”, specie nella lotta con il cane di un soldato tedesco nell’occupazione.
Perri è lo scrittore oggi dimenticato di
“Emigranti”. Che fu un successo del 1928 ma lo rese inviso al fascismo e lo
isolò nell’editoria, nella sua fioritura come autore. Si dedicò allora alla
fiaba. Ne promosse la prima raccolta, negli anni 1940, per la Utet, prima di
quella di Calvino. E ne scrisse: fu molto favolista anche nei racconti, sull’Aspromonte,
su terra d’origine, e di carattere urbano-borghese. Il “Lupo Kola” è del 1960,
l’ultimo suo racconto pubblicato
Francesco Perri, Storia del lupo Kola, Rubbettino, ill. pp. 144 € 10
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