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mercoledì 4 settembre 2013

Il mondo com'è (146)

astolfo

Borboni – Era a Napoli l’università, per i sudditi continentali del regno delle Due Sicilie. Gli studenti fuori sede, ricorda De Sanctis negli “Scritti autobiografici”, erano tenuti negli anni 1830-1840 a un permesso di soggiorno mensile, rinnovabile “a libido della polizia”. E alla frequentazione domenicale della Congregazione di Spirito dell’Università, o di quella di San Domenico Soriano, con messa e confessione certificate.

Destra-sinistra – Al compromesso si adagia anche la chiesa, con la beatificazione in contemporanea di Giovanni XXIII, papa appeaser, e Giovanni Paolo II, un resistente. Del comunismo, che però non si dice – si vuole non esistente, per la destra e per la sinistra.

Ecumenismo – È l’applicazione del nordismo al cattolicesimo: la resa della chiesa di Roma al vento del Nord. Povero, ingessato e repellente come è tutto del Nord, in qualsiasi rito ci si trovi ad assistere, la messa, il battesimo, il matrimonio: freddo, beghino. Tutte le funzioni del cristianesimo romano sono state reindirizzate a mimare il luteranesimo – con un’infiorettatura di esotico, nei paramenti, la gestualità, i canti. Ma tutto sempre estremamente “povero”, alla maniera protestante del Nord. Insignificante anche.
Le liturgie sono semplificate, impoverite, la coralità, la tonalità è sempre spenta. Cerimonie tutte in qualche modo lugubri, in quelle volte alte di chiese monumentali, sotto frontoni e colonne, nella luce che dalle vetrate scende come su un campo abbandonato, uno sfasciacarrozze.

È termine e concetto della chiesa di Roma, che lo intende come aggiornamento al protestantesimo, con una coda di ebraismo – al protestantesimo luterano e anglicano. L’islam sì, perché no, poiché i devoti italiani praticanti sono per un dieci per cento mussulmani, ma in subordine, da corpo estraneo. Trascurata l’ortodossia, ben più attiva ed elevata – eh sì - del minimalismo protestante, io e il mio Dio. Che però, certo, ha più mezzi. 

Islam - Diventa anche italiano. La popolazione residente di fede islamica si avvicina al 5 per cento. Ma tra i praticanti d’ogni religione gli islamici potrebbero già essere al dieci per cento.

Gli ismailiti, che fino a qualche anno fa erano sinonimo di simoniaci, perché si compravano il loro capo, l’Aga Khan, a peso d’oro, ebbero per molti anni, racconta Marco Polo,  uno zaim, un duce, uno come Bin Laden ma molto ricco, detto anche Vecchio della montagna e Zaim degli assassini, una setta di terroristi. Che furono poi eliminati dai Mongoli in Iran e dai Mamelucchi in Siria.

Ortodossia – Ritorna dal basso. Trascurata dal Vaticano, ritorna al Sud anche se per tracce minime, per iniziative locali, nel quadro del neo grecanesimo, al coperto della politica europea di protezione delle minoranze. Il Vaticano Secondo si definisce Concilio ecumenico, ma è in realtà proteso a recuperare riti e sensibilità protestanti. Nel mito del Nord. Assente, a parte un po’ di galateo, la terza grande area, quella ortodossa. Grande anche come sensibilità e ritualità.

Parlamento - “Bisogna rifarsi qui al modo in cui i Parlamenti cessano di essere organi del concetto borghese di libertà e istituti di formazione dell’opinione, per convertirsi in unità di lavoro. Conversione il cui senso equivale a trasformare degli organi sociali in organi esecutivi. Bisogna qui rifarsi alla padronanza della tecnica del plebiscito che si compie in uno spazio in cui non soltanto il concetto di popolo ma anche le alternative emerse in argomento hanno rivestito un carattere molto equivoco. Bisogna inoltre rifarsi alla sostituzione del dibattito sociale e politico con l’argomento tecnico, che corrisponde alla sostituzione del ceto politico con gli esperti. In questo contesto si situa anche il prosciugamento della palude della libertà di opinione che è oggi la stampa liberale. Qui, ancora una volta, bisogna riconoscere che le tecniche sono molto più importanti dei singoli che producono l’opinione all’interno delle tecniche stesse”. È un testo del 1932, di Ernst Jünger, “Der Arbeiter”, il lavoratore.

Resistenza – È un ingrediente per la beatitudine: molti nuovi santi la chiesa ha proclamato per una qualche forma di opposizione al nazismo, e ora, con Giovanni Paolo II, al comunismo. Le resistenza ultima sarà stata di destra.

Terrorismo – È terrorista: sfrutta la sorpresa, colpisce indistintamente, più spesso gli indifesi, i musulmani e i poveri compresi, non è politico (non chiede, non tratta), scomparirà. Il terrorismo s’identifica con i film e i telefilm sul terrorismo, con l’idea del male: dà sempre l’dea di finto, di artefatto. L’Europa non sarà abbattuta dal terrorismo, o l’America.
Le origini remote (psicologiche) del terrorismo non sono i crociati (religiose), né la stagione breve del colonialismo (politiche), e neppure naturalmente l’“eccessiva” integrazione o l’eccessiva
libertà, di cui peraltro solo in Occidente i terroristi di ogni bordo possono godere, e se la godono.

Il terrorismo islamico ha fondamenti storici precisi. Il disegno politico khomeinista della teocrazia, dopo il bonapartismo che aveva afflitto i paesi islamici, a partire da Nasser, 1952, succeduto a sua volta al feudalesimo pre e post-coloniale (tribalismo). La frustrazione storica della cultura araba e islamica, troppo presto implosa dopo lo splendore – ma per i colpi dei turchi e non dei crociati.
Il mondo arabo-berbero in particolare ha sempre convissuto con l’Europa, non la sente ostile malgrado tutto, non le classi colte né la massa povera, e non trova comunque, nemmeno nella sua parte integralista, altra area economica e culturale con la quale meglio s’integrerebbe: nessun arabo e nessun islamico si pone come interfaccia altro arabo-islamico.

Gli islamici hanno coscienza piena, tutti, via tv e via emigrazione, della libertà che da loro non c’è e in Europa sì. Mentre sulle donne il diritto di parità è da tempo acquisito, la subordinazione è un residuo della tradizione, per quanto robusto, per la comodità delle stesse donne.

astolfo@antiit.eu

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