Manca ancora il Joyce sveviano. Il nuovo
Joyce dell’”Ulisse” e di “Finnegans” dopo Trieste, esperienza rifondante, per il
plurilinguismo e per la familiarità con Svevo. Con l’umorismo, la psicoanalisi,
i giochi di parole. Ci vuole passione per questo, filologica e anche di
autostima, e questa Italia alla deriva né è digiuna.
Marucci riscopre il Joyce scrittore
italiano e se non altro lascia aperto il varco. Nelle lettere, nelle amicizie,
negli scritti italiani, specie in “Anna Livia Plurabelle”, e in Svevo.
Franco Marucci, Joyce, Salerno, pp.312 € 16
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