Tutto
quello che dovreste sapere ma non si dice:
Gli italiani che vanno dal rigattiere, dal “compro oro” e al monte dei
pegni, sono aumentati in due anni dall’8 per cento endemico al 28 per cento: un
italiano su quattro vende o dà in pegno mobili e preziosi.
Duemila posti di lavoro perduti ogni giorno lavorativo da due anni
almeno. Le statistiche Istat vengono in ritardo ma non smentiscono quello che
tutti vedono.
La disoccupazione è al 22 per cento in Campania, al 7,5 in Lombardia.
In sei mesi 6.500 fallimenti. Trentacinque al giorno.
La statistica dei tribunali fallimentari non interessa “Il Sole 24
Ore”, che non ne fa nemmeno una breve nelle sue 30-40 pagine: la parola
d’ordine è alla ripresa.
Chiudono i negozi in serie, cambiando il panorama urbano: ovunque
vetrine sporche, serrande rotte, e corrispondenza ammucchiata nel vano porta.
Chiudono
pure molte banche, di quella a dieci sporti vetrati, per la trasparenza, moltiplicando
la sporcizia.
“Fiducia delle imprese ai massimi”, titola a tutta pagina “Il Sole 24
Ore”. Che in piccolo spiega: “In agosto l’indice Istat risale a 82,2, il
miglior risultato dall’agosto 2012”. Certo, può sempre andare peggio - siamo
all’82,2 rispetto ai 114 punti dell’agosto 2007.
Nel testo, poi, tutti gli interlocutori, imprenditori o esperti, sono
pessimisti. La crisi è anche l’effetto di un’informazione deviata: incapace?
manipolata?
La
spesa dei turisti spagnoli in Italia nei primi sette mesi si è quasi dimezzata – hanno speso
quanto i canadesi, l’1,6 per cento del totale. Quella dei cinesi è aumentata di
un terzo.
La
Germania, malgrado il boom, ha ridotto abbondantemente la spesa in Italia dopo
molti anni.
Gli
spagnoli spendono in Italia la metà degli olandesi, o belgi, o austriaci, anche
se sono tre e quattro volte tanti.
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