L’Italia
ha due destre, bisogna pensarci, è questo il suo collo di bottiglia: quella di
Berlusconi dichiarata, e quella del partito Democratico. Il governo Letta,
delle chiacchiere e dei rinvii, ne è l’espressione giusta. Né lui né il suo partito
hanno del resto posizioni di sinistra da far valere. Non sul lavoro, non sulle
tasse, non sul reddito, e non sulla
giustizia – che è la base di ogni socialismo. Anche sulla costituzione, che
pure è da riformare in molti capi, Letta e il Pd non sanno e non vogliono
sapere.
È
una destra smunta, poco di destra: non fa le cose che dovrebbe, sul lavoro, le
tasse e la spesa pubblica – salva la dignità, avviare tutti al lavoro,
rimettere in moto il motore, e poi, quando ci sarà da spartire, rifare le
leggi: la legge è fatta per questo, per tenere conto del presente. Ma è
conservatrice, in entrambe le espressioni: non cambia mai niente.
Entrambe
le destre sono prudenti, si dice anche, per la necessità d’inseguire il voto di
centro. In realtà i due partiti prendono sempre gli stessi voti, mentre il
resto del voto non è di palude, è anzi molto deciso. Ultima dimostrazione
Grillo.
Si
dice che i loro governi non governano perché il sistema costituzionale non lo
consente. Ma
non lo modificano. Si limitano a dire, da decenni, che andrebbe modificato. Del
resto, non hanno governato neanche quando avevano in Parlamento maggioranze
ampie.
Grillo si può leggere solo sulla stampa straniera, oggi in un’intervista con lo scrittore Peter Schneider, che conosce bene l’Italia e l’italiano, per il settimanale tedesco “Die Zeit”: sa le cose, è chiaro, ed è deciso. Su tutti i temi, l’euro, il debito, la Germania, Bersani e il Pd, i 19 milioni di pensionati e i 5 milioni di dipendenti pubblici. Ma è un conservatore: si tiene la giustizia così com’è, fascistoide, e la costituzione immutata, compreso il porcellum.
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