Dio il filosofo santo apostrofa da Dio.
Con ricoperture – tu sei tutto, tu sai tutto, sei la Verità, etc. - ma da pari a pari. “Forse perché è tua
l’eternità, tu ignori, mio Signore, ciò che ti dico, o vedi in successione temporale
ciò che avviene nel tempo?”: l’attacco è da sfida.
È un trucco, si vede subito dopo, per
svelare la potenza di Dio. La cui forza è nella Parola, la sua creazione è
Parola: “Dunque tu hai parlato ed ecco
furono tutte le cose, ed è con la Parola che le hai fatte”. La Parola è
“Dio presso Dio, che eternamente
viene detta e per lei tutto si dice eternamente”.
Un testo denso. C’è dentro tutta la
fioritura retorica del secondo Novecento, nonché di Wittgenstein (“quello che
non so, non lo so”, senza scetticismo), seppure rimossi. Sì, le cose esistono,
sono la creazione umana, dello spirito che crea e emenda – il tempo, con la
storia che è sempre al presente, sfuggente. Ma la creazione non si saprebbe
scontrare con l’eternità, come vorrebbero i creazionisti (“Non c’è un allora
dove non c’è il tempo…. il tempo è creato col mondo e non il mondo nel tempo”,
non ha senso parlare di un tempo prima della creazione): i due “tempi” sono
distinti, nella Parola e la parola. Tutt’altro che platonizzante, com’è stato
detto: la vita, il tempo, il mondo non sono illusori.
“L’eterno
è il presente di Dio”, sintetizza Roberta De Monticelli. Dei cui lunghi
“Appunti di lettura” questa breve antologia del Libro XI della “Confessioni” si
corrobora. Gli “Appunti”
iniziano dicendo le “Confessioni” una
preghiera, tra le tante cose che sono, “una lettera a Dio”. Di cui naturalmente
il santo si dà la risposta, partecipe “del potere di iniziativa d Dio. – della
sua libertà e del suo potere creativo”. La storia - ferma a Tucidide, la forza,
e al biblico romanesco nihil novi sub
sole - avviando come progresso, ma senza la freccia del tempo.
L’eterno è il presente di Dio, ma anche
la storia è creazione continua, sebbene umana: “Agostino per primo pensò la
realtà come evoluzione e continuo prodursi del nuovo, e il tempo dell’uomo come
noi lo pensiamo - come storia e come creazione di sempre cose nuove, non più
come ciclo cosmico, immagine illusoria del già dato”. O anche: “Agostino ha
detto altrove: «Initium ut esset creatus
est homo». L’uomo è, nel suo piccolo, anch’egli creatore.
Agostino, Sul tempo, Albo Versorio, pp. 56 € 4,90
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