venerdì 20 settembre 2013

Ombre - 190

Fino a ieri il Teatro Valle occupato a Roma era simbolo di genialità e eroismo. Ora di abusivismo. Cos’è cambiato? Il sindaco. Era Alemanno, è Marino. Da non credere.
Borgna, Montefoschi, Cordelli animano, non isolati, il nuovo fronte di resistenza. Quest’ultimo vale una lettura: “La Fondazione e i soldi pubblici nel teatro occupato”.

Il professor Silvestri di Messina, eletto alla presidenza della Consulta per divisione, 8 a 7, sente il bisogno di dire subito del porcellum che presenta “aspetti problematici”. Ma, aggiunge, “questo non significa anticipare un giudizio di costituzionalità”. Qui lo dico e qui lo nego.

Solo la Cisl Funzione Pubblica protesta contro al chiusura di mille uffici giudiziari. Blandamente. Ma si riafferma così la vecchia-nuova Dc. Forza di comando e di opposizione.

A molti la chiusura degli uffici giudiziari periferici semplifica la vita. A giudici e cancelliere per esempio che abitavano in città (la moglie lavoratrice, le scuole dei figli) dovevano sorbirsi impossibili pendolarismi, da Roma per esempio a Pontecorvo e ritorno, tutto in un giorno, quattro ore di fatica, ogni giorno, oltre al costo. Ma bisogna protestare.

Si continuano a sgomberare a Roma i campi rom. Ma senza più scandalo. Le cronache solo si adontano della resistenza degli sgomberati: è violenza, strillano. Ma dove li trovano, i capi cronaca, i cronisti?

Renzi è un battutiere, e se ne compiace, ma si lamenta che sul web lo prendono in giro per questo. È una celebrazione, ma vorrebbe che si parlasse di lui come grande politico.

La celebrazione di Renzi battutiere dovrebbe in effetti farlo pensare: finora non ha vinto niente. Giusto le primarie a Firenze, ma contro tre ex Pci che si facevano la guerra e non s’erano accorti che c’erano le primarie - era tanti anni fa. Ora non c’è nulla da sfilare a nessuno. Ela parrocchietta che portò allora ai gazebo non basta.

Le stessa lettera, scritta in casa?, con la stessa risposta di Sergio Romano, il “Corriere della sera” pubblica venerdì e poi martedì. Ironica sulla denuncia per falsa testimonianza dei testimoni della difesa al processo contro Fede: non incriminati dalle giudici in aula ma che rischiano, se non falsificati, di svuotare le condanne delle stesse giudici. Che le giudici di Milano intendano bene?
Riti ambrosiani. Milano non gradisce le giudici sacrestane: domani potrebbero attaccare, invece che il puttanesimo, la droga per esempio, o le truffe.

“Filmeremo le mani” che votano, minaccia Grillo, ai suoi e agli altri, sul voto segreto. E Rodotà, anche lui fa il regista?

Seduti per terra davanti al palco per un’ora e mezza ad ascoltare Renzi intervistato dalla velina Varetto, direttore di Sky, c’era “tutto il gotha del Pd piemontese, compresi il sindaco Fassino e l’ex ministro Profumo”. Si ricava la notizia dai giornaletti locali di Torino, non c’è sulla ”Stampa”. Anche una foto di Fassino e Profumo in adorazione di Renzi avrebbe giovato. Non alla censura.

Tema di Renzi, parole e concetti, era: “Se andiamo alle elezioni li asfaltiamo”.
Fare le elezioni ora, un messaggio di saggezza politica, partitica, personale, inarrivabile. A parte l’asfalto.

Fassino e Profumo per terra mentre sul palco si agitano i giovani renziani, soprattutto le giovani. Il partito si rinnova?

Ci sono le cifre ora della rapidità d’intervento della Giunta del Senato sulle immunità: in media lavora un’ora a settimane, una settimana su due. Berlusconi deve avere creato molti fastidi ai senatori.

Marchionne, che preside l’Associazione europea dei costruttori di auto, ne diserta le riunioni. Il perché non ce lo dicono: non vogliono dispiacere alla Volkswagen.

I giudici di Siena hanno infine scoperto che il Monte dei Paschi trafficava con la politica. Dopo un anno di indagini. Trafficava con i berlusconiani Verdini e Gianni Letta.
E lo dicono anche, senza vergogna. I giudici? Antonio Nastasi, Aldo Natalini, Giuseppe Grosso.

“Qualche mese fa un gruppo di lavoro della Duke University è riuscita a provare la trasmissione del pensiero tra i topi, informa l’altro mercoledì Massimo Vincenzi su “Repubblica”. Dunque, i topi pensano, non ballano più?

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