Dunque ,
c’è una dinastia di giudici Esposito. E non l’abbiamo mai saputo, non leggendo
i giornali di Berlusconi.
Antonio
Esposito è il giudice che d’estrema urgenza, dopo un processo di dieci anni, ha
condannato Berlusconi – perché Berlusconi, essendo Dio, deve sapere. Suo figlio Ferdinando, dissimile dal padre
per la verità “alto, palestrato, elegante” lo dice “Il Fatto Quotidiano”, è procuratore
della Repubblica a Milano. Dove gira in Porsche da 60 mila euro, e almeno una
volta ha cenato con Nicole Minetti, che la sua stessa Procura ha fatto
condannare per prossenetismo.
Dunque,
bisogna leggere “Libero” per saperlo, o “Il Giornale”. Nel 90 per cento dei
media italiani la dinastia non fa notizia. Nemmeno nel “Fatto Quotidiano –
Giustizia & Impunità”, che si avvale di Roberta De Monticelli e altri
filosofi di marca.
Il
fratello di Antonio, Vitaliano, è ancora più importante. È stato Procuratore
Generale della Cassazione. E poi Garante della tutela ambientale a Taranto, per
220 mila euro l’anno, oltre alla pensione. La prebenda gli è stata levata dai berlusconiani a giugno, e a luglio Antonio ha condannato Berlusconi. Ma non c’è
relazione tra i due fatti. Vitaliano aveva anche condotto indagini assolutorie
sui pm che diffusero a Milano le telefonate del parlamentare Berlusconi, ma non
per complicità, l’indagine si era insabbiata.
Insomma,
la dinastia c’è ma senza scandalo. E senza raccomandazioni, va da sé. Né il
babbo di Antonio e Vitaliano li ha raccomandati. Né Antonio si è speso in alcun
modo per Andreana e Ferdinando. Che sta a Milano perché ci vuole stare, benché
i suoi colleghi, meno belli?, non lo amino.
Gli Esposito sono insomma una dinastia naturale.
Per merito e grazia di Dio. Come i Plantageneti. Ma, questa, non è una notizia?
Ferdinando è stato con Nicole
Minetti almeno una volta perché quella volta Dagospia ha fatto la spia. Ma non
si nascondeva: è un gentiluomo. Il suo capo Bruti Liberati ha dovuto
denunciarlo. Ma il Csm giustamente l’ha assolto: l’incontro è stato “occasionale”.
L’ha assolto l’11 luglio, dopo un’attesa di 14 mesi. Tre giorni dopo che papà
era stato investito urgentissimamente del processo Berlusconi in corso da 10
anni.
Si capisce che i media
rispettabili non ne parlino per non sembrare di sostenere Berlusconi. Ma non c’è
da vergognarsi: Napoli, con tutte le sue dinastie naturali, è molto più
rispettabile del Csm. Che Napolitano presiede.
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