sabato 14 settembre 2013

Viva Verdi divertito

Niente voli, niente rivelazioni, una modesta scelta delle decine di migliaia di missive, cui Verdi attese “per molti anni, poco dopo il risveglio prima dell’aurora”, che Eusebio Trabucchi ha operato a spolvero del monumento. Verdi come ogni altro personaggio del Risorgimento essendo sempre avvolto “da un’atmosfera grave e talvolta altezzosa”. Mentre si divertivano come tutti, e si parlavano a volte fuori dai denti o sboccati come succede a tutti.
Un Verdi applicato allo scherzo e alla facezia, goloso, galante. Ma elegante sempre, specie nei giudizi sui colleghi, per esempio sulla “musica nuova”, misurato, fermo, cosmopolita, eh sì, l’uomo di Busseto lo era in modo eminente. Sullo sfondo un teatro d’opera vivo perché molto privato. La parte pubblica limitandosi alla censura, sempre occhiuta anche col monumento nazionale, su “Stiffelio”, “Rigoletto, “Traviata”, “Vespri Siciliani” e ogni cosa.

Giuseppe Verdi, È così bella cosa il ridere, L’Orma, pp. 67 € 5

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