mercoledì 30 ottobre 2013

Berlusconi abbandonato, seconda - 13

astolfo

Fa impressione vedere il senatore Zanda implacabile persecutore di Berlusconi, ogni giorno, in ogni ora del giorno, su ogni tg. Uno che, giovane segretario di Cossiga, si accreditava come Grande Fratello – a specchio  sull’altra sponda, di Luigi Bisignani con Stammati. La scelta sofferta - cioè non sua, dopo che aveva affermato tutto il contrario - di Linda Lanzillotta, Grande Sorella riconosciuta, conferma l’impressione. E, prima, i giudici Esposito, Grande Famiglia influente. Mentre è mancata la difesa da parte di Santacroce, presidente della Cassazione, anch’egli influente seppure di Famiglia opposta. Tra gli Esposito e Lanzillotta, lo schieramento di parlamentari autorevoli-benché-senza-constituency, quali Cicchitto e Quagliariello, aveva confermato i dubbi.
La Grande Famiglia
Berlusconi continua ad accusare i “comunisti”, e qui si capisce che sta perdendo colpi. Si può anche dire che, morto Berlusconi, se ne fa un altro. Ma è importante sapere di cosa si muore. Di lui si dice, negli epicedi che già si affollano, che si è intrufolato in un’area libera, come un ladro rubandosela. Non si dice qual è quest’area, che ha continuato a votarlo contro ogni probabilità, e ogni “evidenza” giudiziaria. È quella della domanda di una minore invadenza della burocrazia e della tasse, certo. Una domanda vasta, vastissima, che ha continuato a votare per lui contro venti e maree: Berlusconi ha trascinato su questo, praticamente da solo, con le ali marcianti pafarasciste e leghiste, tra Stato e campanile, metà dell’elettorato. Compresa buona parte dell’altra metà, che non può votarlo giusto perché è Berlusconi, l’arricchito dalle dieci o venti ville. Questa è una buona ragione, comprensibile. Un ciclo politico che ora sarebbe giunto alla fine.
Ma fronteggia Berlusconi non una linea di resistenza, bensì un establishment formidabile, e questo è meno comprensibile. Estremamente conservatore, anche se di sinistra. Anzi sovversivo reazionario. Forte delle banche, e di una certa sinistra politica che tiene sotto sferza, avendola conquistata. Con uno schieramento mediatico che nanizza quello berlusconiano, per la vastità e la determinazione: i media di Berlusconi sono acqua e rose, al confronto della pervicacia e sapienza dello schieramento avverso, di destra (gruppo Rcs, gruppo Riffeser, Rai, Fiat) e di sinistra (gruppo De Benedetti), martellante, invasivo, su ogni aspetto della sua vita e di quella dei suoi congiunti, grazie a un’informazione dettagliata, infaticabile.
Figlie-e giornalisti-e
E allora non resta che una verità: Berlusconi finisce per mano della sua stessa Famiglia. Di quella elettiva oltre che di quella di sangue – elevare la moglie Veronica a crudele Medea è troppo divagare, ma l’ambizione è quella, l’ambizione di lei. Di cui Berlusconi è stato sempre ossequente. Verso De Benedetti per esempio, malgrado tutto: pronto a ogni cenno dell’Ingegnere, dal regalo di “Repubblica” a CdbWebTech. Nonché, ora, a salvarne i bilanci 2013 con i 542 milioni sanciti dalla Cassazione, subito pagati senza ricorso alle normali pratiche dilatorie. Ma soprattutto con le assunzioni. Di Alfano a segretario, ma soprattutto di figli camuffati da giornalisti.
Dare un lavoro (una retribuzione se non una carriera) ai figli scioperati è una delle prime occupazioni della Famiglia, e Berlusconi si è sempre segnalato in questa obbedienza. In particolare facendone giornalisti, professione ambita per la visibilità, l’onorabilità sociale, la retribuzione, l’assicurazione medica, e la pensione. La lista dei suoi giornalisti, specie in tv, parla da sola: Calabrese, De Biase, Della Seta, Geronzi, Giliberto, Parodi Delfino, Praderio, Savignoni, Scalfari, Travaglio, etc, - è lunga. Tutti, si può dire, specie al Tg 5 come lo aveva messo in piedi Mentana, sono figli e figlie.
Fininvest sotto scacco
Questo non basta più, e Berlusconi è in affanno: si vede dai tentativi di arrocco. La riperimetrazione delle difese tenta ritornando a vent’anni fa, attorno al gruppo Fininvest. Sa che è in atto un’offensiva contro la figlia Marina, l’unica con una qualche capacità di resistenza, e vuole sapere che prezzo deve pagare per mantenere la proprietà del gruppo e evitarne la dissoluzione. Forse solo dare il partito a Alfano.

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