È l’irrilevanza dell’Europa che l’Ue ha
celebrato col suo politichese, e una farsa di mediocri, l’“ammuìna” e il “faciti
‘a faccia feroci” dell’arte militare borbonica - da cui per una volta l’Italia,
bisogna riconoscere, si è astenuta. Con l’indignazione e i vertici sulle
intercettazioni Usa. Che non porteranno a nulla, giusto a qualche telefonata di
finto imbarazzo: l’Europa conta per Washington meno dell’Iran o della Siria.
Molto meno – per non dire della Cina e del resto dell’Asia.
Si moltiplicano in Europa gli editoriali
sulla fine dell’impero americano, ma sono riflessi da vecchia guerra fredda.
Con l’eccezione, forse, di Angela Merkel, che ha sollevato lo scandalo, come
sempre accorta, per far digerire il governo di sinistra dopo quello di destra –
per farlo digerire ai socialisti e anche ai suoi, i democristiani. Il socialista
Schulz, che presiede il Parlamento europeo, si è spinto a chiedere la
sospensione del negoziato per il libero scambio con gli Usa, e questo dà la misura
delle pochezza europea: l’Ue ha interesse allo scambio - Schulz stesso è un
piccolo politicante (ieri era soprattutto impegnato a pavoneggiarsi con Crocetta
e la sindachessa di Lampedusa, che l’avevano invitato in Sicilia, viaggio di
cui ogni tedesco è goloso. e da cui spera di essere portato a capo della Commissione di Bruxelles).
La questione è stantia e di poco conto. Se
n’è parlato nel 2001, subito dopo l’avvio delle intercettazioni. E poi nel
2003: anche allora il Parlamento europeo minacciava la fine degli Usa, dopo che perfino il presidente della Commissione Ue, che era Romano Prodi, era stato spiato. Per non
dire dei servizi segreti nazionali: incapaci tutti? Senza contare che anche i servizi europei spiano senza autorizzazione in Europa.
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