mercoledì 9 ottobre 2013

Fisco, appalti, abusi - 36

Nel pacchetto “Salva Italia” Monti ha introdotto una “quota Stato nella Tares, l’imposta comunale sui rifiuti. Pari a € 0,30 per mq. Che ora si paga.

Le aziende italiane si vendono moto bene quanto l’acquirente è estero – Bulgari per quattro miliardi, etc. Si vendono meno bene quanto il venditore è lo Stato e il compratore italiano.

Analizzando l’occupazione in 14 aziende passate a proprietà estere, tra esse Gucci, Nuovo pignone, Avio, Federico Fubini ha scoperto che l’occupazione è aumentata. Esattamente, nelle 14 aziende, di 3.480 unità, e cioè del 7,7 per ceto. Pur scontando la perdita dei posti Alcoa in Sardegna. Le aziende italiane erano in crisi per avere investito poco.
Gucci ha triplicato in dieci anni gli addetti, a 9.300, e il fatturato a 3,6 miliardi. Bottega Veneta ha decuplicato in dieci anni i posti di lavoro, a 2.300 unità, e moltiplicato le vendite da 35 milioni a quasi un miliardo. Bulgari ha incrementato gli effettivi in Italia del 10 per cento in due anni.

Con un autovelox ben posizionato sulla Parma-La Spezia, il comune di Pontremoli ha raccolto in dodici mesi 1,2 milioni di euro, poco meno della Tares, ex Tia, 1,4 milioni. L’autovelox ha generato un quarto delle entrate del Comune, paria 5,3 milioni.

La linea C della metropolitana di Roma, una delle opere più costose d’Europa, per una spesa lievitata a 3,5 miliardi (ma si sa che sarà “almeno il doppio”), e dai tempi incerti, poteva essere realizzata in project financing negli anni 1990, cioè gratis. Dalla società francese che aveva realizzato la metro ad alta profondità di Lille, e chiedeva in cambio una concessione trentennale. L’allora commissario per Roma Capitale, Nicola Scalzini, non ne fece motivo di polemica, ma registrò il rifiuto della giunta Rutelli con grave disappunto.

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