Non usano più le antologie, “Il fiore
di”, “Le più belle pagine”, “I novissimi”, “I romantici”, “I burleschi”, e invece
sono gradevoli e utili. A condizione che il curatore sia un conoscitore, di
gusto sicuro. Queste traduzioni, del germanista dell’università di Pisa
Giovanni Vittorio Amoretti, sono vive dopo settant’anni.
La poesia tedesca debutta ai primi del
1100 con versi di donne. D’amore. Arditi. I loro coevi maschi, Kürenberg e
Walther von der Vogelweide, impersonano fanciulle ardenti. Non si può negare
Darwin, la specie muta.
G.V.Amoretti, a cura di, Le più belle liriche della letteratura
tedesca
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