mercoledì 2 ottobre 2013

La mafia insapore delle put

“La mia fascinazione per il male”, vuole Siti alla fine, “è oscura anche a me stesso”: Anche al lettore: a una rilettura il risultato non cambia. Mancano Ruby e Massimo Ciancimino, ma non se ne sente la mancanza, l’attualità c’è tutta, dei maghi mafiosi della finanza e delle donne escort. Nel senso che è inutile..
Rimproverato da Franchini, Mondadori, di scrivere “romanzi di froci”, Siti è saltato alla finanza-cum-mafia e alla Rizzoli, cui quest’anno toccava il premio Strega. Ma a nessun effetto a parte la pubblicità e le molteplici edizioni: uno spettegüless – non fosse che “Striscia la notizia” lascia il segno. Nemmeno l’ombra di un Michael Douglas. Giusto una eco di “Fratelli d’Itala” dopo mezzo secolo, con le put al posto delle invidie tra i poeti. Ridotta a un terzo, ma sempre troppa – con le stesse terrazze tra l’altro, e i buffet malinconici. Molte parole, nessun indizio - a parte, forse, l’amico laureato a Friburgo, in Scienze delle dottrine sociali, se vuole essere una cattiveria. L’eroina è una che, come tutte (le donne sono qui tutte belle olgettine – le olgettine sono belle, secondo Siti), ambisce a farsi Berlusconi, per una particina in una trasmissione di medicina.
Più stinto è difficile. Tutto poi, Londra, New York, Morgan Stanley, Citibank, è agli ordini di alcuni burini garrotisti dell’agro pontino – poi dice che Pennacchi non è Faulkner. Come se Siti avesse preso dal suo Pasolini la disinvoltura, da Arbasino gli accumuli, a soverchiare (per modestia?) dell’uno la passione dell’altro l’acume politico. Resta il problema che lo scrittore, studioso e ottimo saggista, potrebbe spiegarci: perché i froci hanno un solo racconto. Sbrodolandolo ora col coming out, usa, qui Siti ne fa molti, giove tuonante, ma non più di tanto.

Walter Siti, Resistere non serve a niente

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