Una storia d’amore epistolare lunga una
pratica di assunzione, col “lei”, tra l’applicante e la segretaria d’azienda,
un vedovo e una single, reduce da un fidanzamento di venticinque ani. “La
doccia è stata fantastica”, scrive lei, che più osa, nello scambio più osé, “ma non sono riuscita a immaginarlo
nudo. Secondo me lei di sotto non è nudo”. Perché è una storia di esseri incorporei,
nella nuvola elettronica. Per questo, si penserebbe, pieni di umori, senza
censure, e invece sono solo scherzosi: la vanitas
è al quadrato.
O la rete è il più grande palcoscenico
da “Corrida”. Anche se poco frequentato: storie inimmaginabili l’attraversano a
ogni istante, ma con scarso interesse delle arti - si ricorda la trilogia “Millennium”
dello svedese Stieg Larsson, il film “Viol@” della messinese Donatella Maiorca,
già quindici anni fa, e che altro? I due solitari non sanno peraltro che dirsi,
spesso si scambiano lunghissime canzoni, di Aznavour, di Omara Portuondo
Una storia “col contagocce”, la vuole l’autore,
di riserve più che di slanci. Come deve, forse, essere una relazione via e-mail.
Che finirà "spiegata", coi dei titoli di coda. Un apologo, quindi. Si dovrebbe dire
dell’impossibilità di essere. Ma Vigo, umorista e pubblicitario, è più
interessato al divertimento: come si
possono svagare due adulti soli e un po’ solitari. Senza impegno. In due posti “remoti”, tra
Toulouse e Perpignan. Una partita di battute, una partitina di battutine, lunga
due mesi, l’orizzonte di un “buon film francese”, come lo vuole lei.
Vincenzo Vigo, Allego alla presente il mio amore per lei, fuori|onda, pp. 125 € 8
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