venerdì 4 ottobre 2013

Le vergogne dell’Africa

L’Europa, l’Occidente ha fatto la guerra a Gheddafi per riempirsi di profughi. Non di povera gente, ma di poveri sfruttati dagli schiavisti. Che solo in Italia hanno trasportato quest’anno già trentamila africani con mezzi di fortuna – senza contare i tanti che, non c’è dubbio, sono morti in mare prima di sbarcare.
Sembra assurdo, ma non può esserlo. La sola ratio di queste guerre dell’Europa, dell’Occidente, è che l’Europa, l’Occidente, vogliono riempirsi di africani giovani e indifesi (senza diritti e anzi illegali), per meglio sfruttarli. In condizioni miserabili, molti nei mercati della carità, della droga, della copia. Dice: non è questo quello che ci siamo proposti con la guerra a Gheddafi. Chi lo dice?
Dice anche: gli arabi sono sempre stati schiavisti, di africani neri. Questo è vero. Anche oggi – per cifre da miseria (non i 5 mila euro che tutti concordi dicono di avere pagato: una parola d’ordine: 5 mila euro sono un capitale che in Africa non “esiste”). Ma oggi per un motivo, che i trafficanti condividono furbi con gli africani che sfruttano fino alla morte: il nazionalismo. L’odio.
Non c’è riconoscenza, non c’è nemmeno speranza, tra i salvati da questa trasmigrazioni coatte, c’è rivalsa e una forma sottile di disprezzo. Per la vecchia tara del colonialismo. Che dovrebbe essere estinta dopo tre o quattro generazioni di indipendenza, e invece è tenuta viva. Sempre a fini di soggiogazione, in questo caso da parte dei mercanti di uomini.
Si fugge dall’Africa soprattutto dalla vecchie colonie italiane, la Somalia e l’Eritrea. Che l’Italia a questo  punto bisogna dire ha ben governato per quarant’anni, poiché ci ha lasciato qualcosa – qualche strada, qualche ponte, qualche scuola o edificio pubblico. Mentre settant’anni di  indipendenza hanno solo prodotto lutti, e l’appropriazione di tutti i fondi della cooperazione per lo sviluppo - tra essi i cinque-seicento miliardi di lire pagati dall’Italia a titolo di riparazioni. Non un ponte e neanche un muro a secco da questa cooperazione, solo armi e conti svizzeri.
Contro questi capitribù, capipopolo, e marescialli ex sergenti, però, l’Europa, l’Occidente non hanno mai progettato un correttivo. Solo aiuti, per gli acquisti di armi e conti anonimi.
E ancora oggi: il lutto nazionale e l’emozione in Italia è zero in un mondo nordafricano pure ricettivo nevriticamente attentissimo all’immediatezza tv e online- Gli sbarchi avventiori, con mezzi di fortuna, continuano come prima sulle coste della Sicilia e della Calabria.    


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