Si è dissolta appena apparsa la pax democristiana, o nuovo
centrismo, o neo guelfismo. O meglio: la nuova Dc è quella vecchia, degli odi,
i rancori e i rinvii. Ora Letta governa contro Renzi, che non lascia passare
giorno senza contestargli un punto importante, e contro e l’ex Pci.
Letta è rimasto a governare con Alfano, doppia curiosità. Perché
Alfano a sua volta governa contro il suo partito, il Pdl, e perfino contro il
suo padrino Berlusconi, senza del quale non sapremmo chi è.
Sembra una commedia degli equivoci e lo è. Con la sordina che
la recessione impone, grave. Contro i tempi tristi non serve però il governicchio di due “minoritari”: che può fare?
Tra Letta-Alfano e i rispettivi partiti non è un problema da uovo e gallina: decidono i partiti. I quali sono già orientati a votare presto, a febbraio, dopo avere approvato la legge di stabilità. Anche i giudici spingono per le elezioni, per evitare i referendum sulla giustizia: la minaccia di arrestare Berlusconi subito dopo la decadenza da senatore è intesa a spingerlo alla crisi. Renzi è felice di suo di elezioni ravvicinate, a ridosso del suo avvento al vertice del Pd.
.
Nessun commento:
Posta un commento