sabato 19 ottobre 2013

Novismo al tramonto con Marino

Il “novissimo” Marino sindaco di Roma ne inanella una dopo l’atra. Dopo la prima mossa giusta, andare su e giù in bicicletta (ma ogni tanto prende la macchina, e anche l’aereo), non si contano gli errori e le stupidaggini. Che non sono pettegolezzi dei partiti che lo sostengono. Se non, forse, per i 25 o 26 incarichi “ad alta specializzazione”, da 100 mila euro l’anno, a galoppini di partito, laureati di università telematiche.
Se ne va a Auschwitz oggi, il giorno dei black-bloc – poteva andarci il giorno della Memoria, o  un  altro sabato. Voleva reimpastare Ama e Atac e ha scoperto che non lo può fare. Ha nominato un capo dei vigili urbani, un capo gabinetto del vicesindaco e una consulente alla sicurezza che non hanno i titoli. Ha firmato con gli appaltatori della Metro C una transazione per 271 di maggiori costi, senza chiedere i giustificativi, e contro il parere del ministero e del suo ragioniere generale, che si è dimesso. La stessa parziale chiusura al traffico dei Fori imperiali ha voluto traumatica – e resta ancora impraticabile per metà dell’Esquilino, una zona a forte densità. Ha riavviato la pratica delle “cartelle pazze”, atti di arbitrio, anche di illegalità, a danno dei cittadini.
Forse la politica non può bruciare le tappe: ha bisogno di tirocinio. Ma il buonsenso? Di Marino si ricordi che era candidato alla segreteria del Pd, al governo, e a ogni dove. La faccia non basta.

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