Ce l’ha fatta, il giudice Montalto porterà lo Stato-mafia
dentro il Quirinale. Con contorno di corazzieri, paglietti in tocco, scribi,
televisioni di tutto il modo. Magari senza la parrucca, non sarà proprio come
Crozza, ma è una prima assoluta. Non ci libereremo mai dalla Sicilia?
La sentenza il giudice Montalto – giudice? – l’ha già scritta col
suo spettacolo: “W la mafia!” (non si dice, ma si sa).
“Repubblica” fa convegni con Letta a Venezia il 10 ottobre sul
libro all’istante di Scalfari e il papa. Il “Corriere della sera” risponde il
20 con “È l’amore che apre gli occhi”, il “libro inedito” – miracolo? – di Jorge
Mario Bergoglio, il papa. Non ci resta che il papa?
Paul Biya è presidente con papa Giovanni Paolo II, nel 1985,
e ancora con papa Ratzinger, nel 2009. Tuttora lo è, poiché si reca in visita da
papa Francesco. Lo annuncia con una pagina di pubblicità sui giornali. Sui
giornali progressisti.
Biya è presidente del Camerun dal 1982 – in realtà dal 1975,
quando prese la carica di primo ministro.
Sono 35 i calciatori stranieri in Roma-Lazio, calcola “Il
Messaggero”. Più i due allenatori, entrambi stranieri.
Don Floriano Abrahamowicz si sarebbe prestato a celebrare una
messa per Priebke, lo aveva annunciato a Radio 24, “La Zanzara”. Senza
scandalo, de mortuis nisi bonum. Ma
con quel nome? Pare che sia anche antisemita.
La Malesia vieta a non mussulmani di pronunciare il nome di
Allah. Gott mit uns?
Brunetta va da Fazio. E uno si chiede
perché, non ha nemmeno un libro da presentare. Poi contesta a Fazio: “Mi aveva
assicurato un pubblico non schierato”. Rumorose risate di scherno gli
rispondono. Mentre Fazio dice: “È così”. In effetti è così. Senza ipocrisia.
Sono i ribelli che in Siria distruggono
le chiese, poche, ma ce ne sono poche, sequestrano e maltrattano giornalisti e
crocerossini, e non si mostrano mai a viso scoperto, né con generalità proprie.
Ma noi combattiano con loro per la libertà: li finanziamo, li armiano, gli
facciamo propaganda. Ci sarà una ragione.
Accuse terrificanti di Prodi a D’Alema e
Monti. Scandalo? Silenzio.
L’ex Pm di Perugia Mignini si deve
difendere nelle lettere al “Corriere della sera-Firenze” dalle accuse di un
cronista che divenne famoso per aver deviato su tre balordi, i “compagni di
merende”, le indagini sul raffinatissimo “mostro di Firenze”, otto esecuzioni.
Che uccise otto coppie, un lui e una lei, e le mutilò chirurgicamente. Il
cronista ritorna in pista per accusare Mignini, e cioè difendere Sollecito. È la
stessa loggia?
La vittoria in Cassazione
dell’avvocatessa Bongiorno è stata di spostare il secondo appello sul delitto
Meredith da Perugia a Firenze. Da una massoneria a un’altra. Non sappiamo
se da rito scozzese a rito francese, o viceversa, ma l’avvocatessa se ne
intende.
O da un partito a un altro, il partito (ex) di Fini e Giulia Bongiorno - ce ne sono molti di quel partito in Cassazione, a partire dal celebre Davigo. O da entrambi, partito e loggia, perché no.
O da un partito a un altro, il partito (ex) di Fini e Giulia Bongiorno - ce ne sono molti di quel partito in Cassazione, a partire dal celebre Davigo. O da entrambi, partito e loggia, perché no.
Mignini certo non è un santo. È stato
condannato a sedici mesi, pendente il processo a Raffaele Sollecito, per abuso
d’ufficio in altro processo – notare le finezza. Senza essere disvestito del
processo a Sollecito. Doveva solo essere richiamato all’ordine.
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