Si
ritrovano sempre più di frequente a fine stagione i romanzi premiati, presso
chi usa leggerli, al bagno a mare, in salotto a casa, o sui treni, con
l’orecchietta alla decima o ventesima pagina. Di lettori che hanno messo il
segno e poi si sono dimenticatoi di riaprire il libro. Forse per una ragione: le
dieci o venti pagine devono essere il limite estremo fino a cui la curiosità e
poi la pazienza hanno retto. Non si segnalano infatti ultimamente tra i premi letterari, nonché
capolavori, nemmeno letture interessanti.
Non c’è un’Autorità che governi
questo mercato. E tuttavia qualche correttivo si propone. Il rimborso sarebbe la
garanzia migliore. Anche se si presta ad abusi. La misura è complessa. Dieci
edizioni sull’unghia, venti, trenta per i superpremiati, sono molto più di un
treno in ritardo. E un caso anche più frequente di un Dom Pérignon che si
riveli acqua gassata. Ma correttivi sono possibili: per esempio un parere
motivato per il rimborso. Non si tratta di grandi cifre, 20-25 euro. A fronte
dei quali è in ballo la voglia e l’abitudine alla lettura. Meglio sarebbe la
lettura in prova senza obbligo d’acquisto.
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