Le solite vite squallide,
nell’eccezionalità del racconto – qui Simenon pretende che un quarantenne
ritorni a casa, dopo vent’anni di assenza, e nessuno lo riconosca. Di chi vive
a prestito, di soldi, di desiderio: il segreto di Simenon è palese, anche se
non c’è nelle corpose “Memorie intime”, è il disamore.
È la storia non eccezionale di quello
che chiede soldi a tutti, un po’ scroccone un po’ vittima di se stesso. Una
delle forme simenoniane di anomia che si tollerano perché non cruente, ma che finiscono
male, è inevitabile, la debolezza si travia. In questo caso una lettura quanto
mai deprimente. È uno dei pochi, se non l’unico, non riediti in francese dei
tanti Simenon - di cui quindi Adelphi si conferma editore di riferimento.
Georges Simenon, Faubourg,
Adelphi, pp. 136 € 16
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