Tre saggi dell’italianista della
Michigan State University, usciti tra il 2009 e il 2011, che delineano l’intellettuale
in Italia fuori dalle frasi fatte, e ritraggono Sciascia dal vivo, fuori dell’oleografia.
Sono “Onore, «qualunquismo» ed essenzialismo ne «L’antimonio
di Sciascia»”, 2009, “Sciascia e «La scomparsa di Majorana»”,
2010, e “«L’affaire Moro» e la (ri)scrittura della storia”.
In un’ampia introduzione Francese
tratteggia, convincente, uno Sciascia conservatore, ma “guastatore” (anticonformista)
per motivi di efficacia, per dare impatto alle proprie idee. L’etica di
Sciascia Francese ritraccia in un immanentismo e un fatalismo antimoderni.
Nonché in una sorta di potere avulso, magisteriale, giurisdizionale, dell’intellettuale:
fin dagli esordi, e più negli anni, Sciascia non si dà altre fonti – genealogie
– che altri scrittori. L’intellettuale è insomma autoreferenziale.
Il
primo saggio, su uno dei primi racconti di Sciascia, “L’antimonio”, benché recuperato
tardi, nel 1961, in “Gli zii di Sicilia”, rileva d’acchito un incontrovertibile
fatalismo, che resterà la cifra di Sciascia. Riflessa soprattutto nella “essenzialistica”
concezione di “un modo di vita siciliano
atemporale”.
Un quinto capitolo, in conclusione,
evidenzia come Sciascia per un decennio dopo “L’affare Moro” non si sia
applicato che a ricostruzioni saggistiche. Incluso un progetto, a cui teneva,
su Telesio Interlandi, l’antisemita catanese, o meglio sull’avvocato
antifascista di Brescia che alla Liberazione lo protesse per dieci mesi in
segreto a casa sua con suo grave rischio. E questa è, non sottolineata, la
curiosità di Sciascia per l’anomico e il borderline.,
che tratteggiava sotto le specie del giallo, il mistero, la suspense.
Nel saggio del 2011, su “L’affaire Moro”,
Francese sostiene con ottimi argomenti che non si tratta di una ricostruzione
fattuale, storica, ma di un’opera letteraria: Moro è un personaggio di
Sciascia, di individualismo radicale, dall’indomabile volontà di sacrificarsi
per la dignità e la libertà. Un’opera, si direbbe, di elevata retorica. Lo
stesso che per Majorana e Raymond Roussel, l’abate Vella, Bruneri-Cannella. Sciascia
amava l’esemplarità nelle biografie oscure. Il sé fuori di sé, in questo ha
ragione Francese.
Joseph Francese, Leonardo Sciascia e la funzione sociale degli intellettuale,
Firenze University Press, pp. 159 € 16,90
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