lunedì 28 ottobre 2013

Se la tolleranza è una trappola

Simmaco, prefetto imperiale, propone la tolleranza: “Contempliamo le stesse stelle, abbiamo lo stesso cielo in comune, siamo parte di uno stesso universo, che importa con quale ideologia ognuno cerca il vero?” E: “Non si può giungere per una sola via a un mistero così grande”. La esclude Ambrogio, innovatore e santo. Massimo Cacciari si sforza in questa edizione Bur di spiegare che Ambrogio deve disinnescare una trappola che Simmaco gli aveva armato presso l’imperatore. Ma poi la verità di Ambrogio è che c’è una sola religione.
La discussione è marginale, se l’Altare della Vittoria può e deve presiedere all’aula del Senato. La sostanza è decisiva: se la religione cristiana debba essere la sola dell’impero. L’appello di Simmaco alla tolleranza il vescovo di Milano censura come furbesca volontà di dominio. È un dibattito fra due grandi oratori, Simmaco è reputato il più grande oratore romano dopo Cicerone e il fondatore  della filologia, ma Ambrogio ha la forza della certezza.
La tolleranza è dunque un paradosso? Locke, il fondatore, aveva forti preclusioni: dalla tolleranza  escludeva la chiesa cattolica perché intollerante, e gli atei.
Ambrogio-Simmaco, La maschera della tolleranza

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