venerdì 4 ottobre 2013

Senza Dio l’Occidente non pensa - Nietzsche integralista

Il mondo, la cosa in sé, l’Occidente non sa come prenderlo. E non per dire che “non c’è verità”.
La fede (croyance) nelle categorie della ragione è la causa del nichilismo – abbiamo misurato il valore del mondo in base a categorie che si richiamano a un mondo puramente fittizio”.  
Il Nietzsche delle “interpretazioni” era critico, deluso, sarcastico. Lui lo dice del nichilismo, che “in parte è distruttivo, in parte ironico”. Ma lui era ironico contro. La ripulsa del nichilismo è totale, nel progetto della “Volontà di potenza” (di cui questo frammento è una delle elaborazioni) degli anni 1886-1888, contemporanei della “Gaia scienza”, alla vigilia della crisi, in ogni sua forma. Anche l’Eterno Ritorno è forma estrema di nichilismo: il niente (il “non-senso”) eterno. Nietzsche era per la verità. Per la volontà di verità – la volontà di potenza come voglia di verità. Contro la non volontà, o “volontà del niente”. Contro l’agnosticismo avalutativo. Niente avvenire, niente divenire.
Testo legnoso, programmatico. Come tutte le altri redazioni progettuali che confluiranno nei primi due capitoli, o “Libro Primo”, della “Volontà di potenza” (il frammento è stato reimpastato al § 55). Con un’ampia digressione, nella compilazione sororale, sul concetto di Rinascimento e su quello di décadence – Nietzsche è un letterato: filologo, poeta, musicista, e pensatore.
Il discorso di Nietzsche sul nichilismo meriterebbe di essere visto nell’insieme. Di testi confusi, ma di indirizzo e programma chiari: “Il nichilismo è un sintomo; indica che i diseredati non hanno più consolazione; che distruggono perché distrutti”. Specie nel rifiuto, alla “Genesi del nichilista”, § 22: “Che sono stato finora fondamentalmente nichilista, è pochissimo tempo che me lo sono confessato: l’energia o la disinvoltura che ho messo, come nichilista, a procedere oltre mi hanno chiarito questo fatto principale”. Nietzsche è più che mai missionario del sé, dell’individuo, della libertà, del bello-e-buono attraverso l’ingegno. 
Con tratti di sociologia contemporanea. Ci sono  “diseredati” e ci sono i “più forti”. Cause del nichilismo sono l’”abbassamento e incertezza di tutti i tipi superiori”, e l’innalzamento della massa – La specie inferiore, «gregge», «massa», «società», disimpara la modestia e gonfia i suoi bisogni fino a farne valori cosmici e metafisici. Per cui l’esistenza tutta intera è volgarizzata: governando la massa, essa tirannizza gli uomini d’eccezione, il che fa perdere a questi la fede in s stessi e li spinge al nichilismo”.
Un testo che si rifiuta – questo come gli altri sul nichilismo – forse perché proprio col titolo “Il nichilismo europeo” la sorella nazista ha aperto la compilazione della “Volontà di potenza”. O forse  perché disturba il comodo Nietzsche del nichilismo di Heidegger ed epigoni, dell’ermeneutica, il postmoderno, il  pensiero debole. Il breve appunto di Lenzer Heide, del 10 giugno 1887, qui è corredato dell’originale, con facsimile, e di un saggio di Giuliano Campioni. Che lega molto questo tardo Nietzsche a Parigi: a Taine (col quale, e con Burckhardt, Nietzsche vanta di costituire una sorta di trimurti del nichilismo, i tre moschettieri al rovescio) e a Paul Bourget. Un collegamento che Campioni mostra indubbio e che è estremamente interessante.
Bourget fu l’autore dei “Saggi di psicologia contemporanea”, indagata e ricostruita sulla personalità e le opere di alcuni grandi scrittori, con speciale riguardo a Baudealire e alla décadence, nonché poi di romanzi e racconti, prima di finire beghino di sacrestia e patriota maurrasiano, di Action Française. Uno dei racconti s’intitola “Nihilisme” – impersonata da una bellissima, avventurosa, gelida studentessa slava, terrorista (l’infatuzaione post-dostoevskijana per il terrorista slavo, meglio se donne bella e giovane, durerà per mezzo secolo, fino agli anni 1930, Némirosky, Morand, lo stesso Céline, A.Huxley).  
Friedrich Nietzsche, Il nichilismo europeo. Frammento di Lenzerheide, Adelphi, pp. 60 € 5,50

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