lunedì 18 novembre 2013

Il compromesso restaurato

Letta dice il governo “più ristretto, più stabile”. Anche nell’umorismo involontario mediando il pragmatismo di Andreotti. Cui il suo governo riconduce, ora che dalle larghe intese passa al quadripartito: tre partitini stretti ora attorno al Pd, allora alla Dc, con l’appoggio esterno di un grosso partito, allora il Pci oggi Berlusconi. Un ritorno agli anni Settanta dei “governicchi” di Andreotti voluti da Moro e Berlinguer. Anche allora giustificati dall’urgenza economica. Che finirono col terrorismo e la morte di Moro.
Erano i governi detti del compromesso storico, ma erroneamente: il Pci di Berlinguer che li sosteneva non contava nulla. Lo stesso oggi: il governo si dice delle larghe intese, ma Berlusconi non conta nulla. C’è Napolitano al Quirinale invece di Leone, ma non si può dire che abbia più autorità che il suo infelice predecessore - che poi Berlinguer sacrificò. Resta a Letta di ripetere infinite volte i suoi governicchi, come Andreotti seppe fare.  

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