mercoledì 20 novembre 2013

Il partito siculo-lombardo

Alfano e Schifani in Sicilia, Formigoni e Lupi in Lombardia: nasce siculo-lombardo il muovo partito ex berlusconiano. E nasce democristiano, ex. Gli altri protagonisti, Quagliariello, liberale, e Cicchitto, socialista, non hanno voti. Nasce anche distintamente governativo, ministeriale. Senza se e senza ma, è la divisa di Alfano e Schifani, che suona però: comunque al governo.
Storicamente, dovrebbe essere una formazione determinante: Sicilia e Lombardia, le due regioni più popolose, si pregiavano con la “vecchia” Repubblica di determinare le “formule” politiche nazionali – le formule, non le politiche, dove la Sicilia ha contato solo per le briciole (il sottogoverno). Le due regioni sono state anche a lungo solidamente democristiane, e quindi il nuovo partito dovrebbe costituire il passo decisivo per un ritorno al centro, al neo guelfismo se non più al confessionalismo – i vescovi diffidano.
Si vedrà presto, fra sei mesi, alle elezioni per il Parlamento Europeo. Alle Europee si vota col proporzionale, per cui tutti possono cantare vittoria. Per questo o quell’aspetto, se non per l’insieme. Ma due fattori potrebbero già risultare dirimenti. Il ministerialismo potrebbe pesare negativamente, per il fallimento annunciato del governo: più tasse e nessun beneficio. A Milano. In Sicilia, Alfano lascia campo libero, col suo ineffettuale Castiglioni, a Romano e Micciché, che nelle lezioni pre-Alfano assicuravano a Berlusconi tutti i parlamentari dell’isola.

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