Siamo al 10 dicembre: Letta è nel mezzo
della ricostituzione del governo, e Renzi a capo del Pd. Il programma comune c’è,
come no: la ripresa e la giustizia. Ma alle difficoltà che i berlusconiani gli
hanno sollevato – quelli di Berlusconi e quelli di Alfano - per la distribuzione
degli incarichi si saggiungono quelle di Renzi che vuole contare di più anche
nel governo (ora non ha ministri “suoi”).
A Natale si licenzia la finanziaria o
patto di stabilità. Nessuno ne è contento, e del resto non risolve niente, anzi
aggrava le tasse. Mentre tutti sanno che non si esce dalla recessione con la tasse,
che le tasse anzi la aggravano – la Spagna, che stava e sta molto peggio dell’Italia,
ne è già uscita, l’Italia di Monti e Saccomanni precipita. Berlusconi farà
scempio deal legge, anche da San Vittore se occorre, e Renzi non potrà essere
da meno.
Gennaio 20134. Un governo Renzi con Alfano
non ci potrà essere. E dunque Napolitano rifarà le elezioni di febbraio.
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