Senza il semipresidenzialismo alla
francese, l’Italia ne realizza l’incubo peggiore: la coabitazione. Fra un presidente
della Repubblica ex colonna del Pci e un governo moderato. Il governo Letta è un
governo Pd, con alcuni partitini moderati, quelli di Casini, Monti, Mauro e
Alfano. Ma solo formalmente è di centro-sinistra: fra due settimane il Pd di
Renzi sarà un’altra cosa.
Solo formalmente, d’altra parte, questa
coabitazione è un incubo: il presidente della Repubblica è appiattito sul “suo”
governo. Avendo deciso che suo compito primario è evitare scioglimenti del
Parlamento a catena, si accontenta dell’unico governo aritmeticamente
possibile. Anche se questo è asfittico e anemico: affronta la recessione aumentando
le tasse (il balletto di sigle copre un aumento delle imposte indirette, comunali
e statali).
La coabitazione è grigia anche
politicamente. Si rafforza la partitocrazia, dei parlamentari nominati dai
partiti invece che eletti, e del finanziamento pubblico a piè di lista. Si
rafforza l’astensione, che ora costeggia la metà dell’elettorato, e il voto di protetsta, un terzo dei residui
votanti.
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